Categories: Cronaca

I consumi sempre più giù, e i politici se la ridonoIn evidenza

ROMA-Se i consumi vanno giù significa che le aziende non stanno producendo che, a sua volta, significa che devono chiudere battenti per mancanza di commesse traducendo il tutto in ulteriore disoccupazione. Evidentemente ai signori del potere poca importa, a loro interessa vincere le elezioni decantando ancora promesse inconcludenti. I dati forniti da Confcommercio sui consumi italiani, sono alquanto deludenti, e dimostrano che la recessione si fa sempre più acuta. Quindi ci vogliono politiche basate sulla ripresa dei consumi e sul lavoro che vadano ben oltre quel rigore che l’Europa va ancora sbandierando nel vecchio continente.
A dicembre l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra una diminuzione del 2,7% in termini tendenziali ed un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente. E un lieve miglioramento c’è anche in termini di media mobile per l’indicatore a tre mesi corretto dai fattori stagionali. Per l’ultimo trimestre del 2012 i dati congiunturali mostrano una lieve attenuazione della dinamica fortemente riflessiva dei consumi degli ultimi dodici mesi. In ogni caso restano presenti, secondo l’Ufficio Studi Confcommercio, “elementi di spiccata criticità che non permettono di stabilire se nei mesi finali del 2012 si sia toccata la fase più negativa del ciclo”. Anzi, le prospettive a breve termine sembrano non ancora orientate a una ripresa dei consumi. A dicembre, rispetto allo stesso mese del 2011, c’è stato un calo del 3,1% della domanda di servizi e del 2,6% della spesa per i beni. Tra questi ultimi, solo i beni e servizi per le comunicazioni hanno mostrato una variazione positiva delle quantità. Il dato più negativo ha riguardato i beni e servizi per la mobilità, in flessione del 17,5%. La netta tendenza al ridimensionamento coinvolge ormai tutti i segmenti di spesa, anche se i dati più allarmanti riguardano le autovetture ed i motocicli. Per quanto riguarda l’intero 2012, l’ICC si chiude con la peggiore contrazione reale dal 2000, ovvero da quando è calcolato l’indice: -2,9%. Guardando ai dati a livello congiunturale, si nota una modesta diminuzione della domanda per i servizi (-0,1%), mentre i beni sono saliti dello 0,3%. Per quasi tutte le funzioni di spesa nell’ultimo mese dell’anno si è registrata una modestissima tendenza positiva, dato che in molti casi ha solo stabilizzato la tendenza al ridimensionamento. Quanto infine ai prezzi al consumo, per il mese di febbraio 2013 si stima una variazione congiunturale dell’indice dei prezzi al consumo dello 0,3%, con un tasso di crescita tendenziale pari al 2,1%. Prosegue, quindi, la fase di rientro dell’inflazione.

Redazione

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