Rifiuti, consorzio, mille dipendenti a rischio lavoro entro il 10 marzo
CASERTA- Tutto tace, ma a breve potrebbe scoppiare la polveriera rifiuti in provincia di Caserta.

CASERTA- Tutto tace, ma a breve potrebbe scoppiare la polveriera rifiuti in provincia di Caserta. Dopo, chiaramente ci vorranno altri milioni di euro per ripianare i debiti che possono scaturire da una eventuale emergenza. Tarsu, che ben presto diventerà tares con l’annesso di costi da pagare da parte dei cittadini per la manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione e strade. Chiaramente i “mammasantissima” della politica italiana che da ben 40 anni stanno distruggendo l’esistenza dei cittadini, fanno sempre di tutto per far ricadere i costi sugli ignari cittadini, che continuano a subire la mortificante gestione di questo paese nel modo più strano possibile.
Sono mille i lavoratori del consorzio Cub, che dal dieci marzo potrebbe chiudere definitivamente per mancanza di risorse economiche. Ciò si traduce in cattiva gestione politica dei rifiuti, poiché i cittadini hanno pagato alle amministrazioni comunali la tarsu, a sua volta però le amministrazioni comunali non hanno pagato il consorzio. Bella come idea. E la stessa idea del far lavorare le imprese e poi non pagarle, però si chiede alle stesse di pagare il dovuto allo stato. Per il consorzio la cosa è quasi simile. Tuttavia non c’è da meravigliarsi: i politici sono fatti cosi, vogliono ma non vogliono dare.
Lettera inviata al presidente della provincia di Caserta, al presidente della regione Campania, al prefetto, da parte del commissario liquidatore, Lorenzo Di Domenico, informando che entro il dieci marzo l’attività del consorzio può cessare per la mancanza di disponibilità economiche tali da garantire il prosieguo della raccolta nei 50 comuni che ancora il consorzio serve. Quindi, se tutto si avverasse, mille dipendenti del consorzio dell’articolazione di Caserta, che già vivono una situazione difficile, si possono ritrovare con la lettera di licenziamento fra le mani.