BARI-Non c’è forza politica più incoerente della sinistra e del centrosinistra italiano. Sono i fatti che lo dimostrano. Solo sabato una delegazione dei parlamentari grillini e Sel si sono recati in Val Di Susa per dare man forte ai comitati No Tav. Cosa normalissima per la sinistra, visto che ormai è abituata a dire no a qualunque cosa non gli piace o non gli fa comodo. Il perché è semplice da spiegare. Mentre al nord si protesta per la Torino Lione dell’alta velocità, al sud gli stessi che protestano contro quella rete ferroviaria di grande importanza formano comitati per la Sì Tav. Che strano, come mai al nord non va bene e al sud invece sì. Ed ecco che per il governatore della Puglia Niki Vendola e il sindaco di bari Michele Emiliano, l’opera dell’alta velocità Napoli Bari è indispensabile e va fatta, tanto che hanno messo su un bel comitato “Sì Tav Napoli-Bari”. C’è veramente da rimanere stupiti dalla doppia morale che questi ecologisti impazziti del NO sono capaci di portare avanti. La poetica affermazione di Vendola lascia perplessi: “Occorre abbattere i muri interni tra l’Adriatico e il Tirreno, la Tav Bari-Napoli è un’opera fondamentale per l’intero Paese”. Avete capito bene, l’ha detto Vendola, mica uno qualunque. Anche il sindaco di Bari non è da meno rispetto alle posizioni del governatore della Puglia, anche perché Emiliano è sempre stato contro alla Tav in Val Di Susa: “Sto cercando di vincere le resistenze di Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, a realizzare l’Alta velocità tra Bari e Napoli. Una Tav che ci colleghi alla capitale del Regno è auspicabile, per entrambe le città”. Ora ci spiegassero perché l’Italia non può essere collegata con la Francia e mentre la Puglia deve essere assolutamente collegata con il resto del paese mediante una linea ad alta velocità. Il presidente pugliese Vendola ha già incassato 1,2 miliardi di fondi Fas per la Tav campano-pugliese, opera che costerà minimo il doppio della Tav contestata dai grillini e dalla sua Sel in Piemonte: 5,2 miliardi di euro (preventivo), interamente pubblici. Ma che avrà effetti benefici sul Pil e sull’occupazione, come la Tav in Val di Susa, dove si attendono quattromila posti di lavoro, quasi un punto di Pil regionale. Il percorso contestato dai No Tav fu modificato nel 2006, col lavoro dell’Osservatorio tecnico, tanto che l’allora presidente della Comunità montana, Antonio Ferrentino (Sel) è diventato un Sì Tav («Arricchirà la Val di Susa, disse»). La Torino-Lione è quasi tutta in galleria, mentre la Tav Napoli-Bari è quasi tutta in superficie, tra paesi e valli. Arriveranno molti soldi e molti appalti tra la Puglia e Napoli, e questo può aiutare a trasformare il No valsusino in un Sì mediterraneo. Secondo uno studio pubblicato dal sito economico lavoce.info la Tav pugliese-campana non sarebbe neppure redditizia, ma guai se qualcuno protesta: il duo Emiliano-Vendola alzano la voce di brutto.
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