ROMA-“Roma Capitale fin dal 2003 applica il regime cosiddetto Tia che a differenza della vecchia Tarsu prevede la copertura del 100% del costo del servizio: quindi un’eventuale applicazione della Tares su Roma non deve comportare alcun aumento di tariffa” così Erino Colombi, presidente Cna di Roma. “Eventuali maggiorazioni sulla bolletta dei rifiuti, nulla avrebbero a che vedere con la Tares, ma sarebbero una scelta dell’amministrazione, a eccezione dell’eventuale aumento di 0,30-0,40 euro al metro quadro introdotto come contributo per la copertura dei costi indivisibili (strade, illuminazione eccetera). La maggiorazione, da sola, vale per il sistema delle imprese 15 milioni di euro. Per un negozio di 150 mq. si avrebbe un aumento dai 45 ai 60 euro annui per un laboratorio di 1000 mq l’aumento sarebbe dai 300 ai 400 euro. Rinnoviamo l’invito al sindaco di convocare immediatamente un tavolo per concertare il nuovo regolamento per definire con certezza le aree soggette a detassazione nelle quali si producono rifiuti che le imprese sono obbligate a smaltire a loro spese.
Come Cna chiediamo di non applicare questa ulteriore maggiorazione prevista dal Governo Monti, perché Roma, diversamente da altre città e comuni italiani, applicando il regime della Tia ha riversati sui cittadini e sulle imprese il totale costo del servizio di raccolta rifiuti. Tanto per fare un esempio, a Milano un laboratorio artigiano di 100 mq paga per i rifiuti 437 euro, mentre a Roma il suo omologo nel paga 1.100. Il gestore di un bar di 100 mq. a Roma paga 3.700 euro contro. 990 euro di Milano. Un commerciante con un locale di uguali dimensioni paga 470 euro a Milano e 1.100 a Roma”.
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