ROMA-La cura con le cellule staminali è sempre stato un argomento molto delicato in Italia, un taboo del quale meno si parla meglio è. Questo tipo di terapia è utilizzata in tanti paesi del mondo, ma come al solito in Italia siamo ancora in ritardo. Nel mondo medico c’è ancora molto scetticismo attorno alle staminali, e molti medici diffidano dal pensare che questa cura sia la soluzione a tutti i mali, in quanto non è applicabile a tutti i tipi di malattie considerate “rare”.
Fortunatamente comincia ad aprirsi qualche spiraglio, anche se molto piccolo, infatti il trattamento con le cellule staminali sarà concesso a tempo per chi è affetto da malattie rare. Le cure potranno durare al massimo un anno e mezzo, per coloro che sono affetti da malattie incurabili che mostrano miglioramenti dopo l’infusione delle cellule.
Il decreto prevede l’ulteriore utilizzazione dei medicinali a base di cellule staminali anche per coloro già impiegati nei mesi scorsi in difformità alle disposizioni vigenti, sempre per un periodo massimo di 18 mesi unicamente nell’ambito di sperimentazioni cliniche controllate, effettuate presso strutture pubbliche.
Questo è sicuramente uno dei temi più delicati mai dibattuti nella politica italiana e le dichiarazioni di voto e il voto dell’Aula all’unanimità confermano la grande volontà di affrontare proprio questa importantissima questione. Il presidente della commissione speciale del Senato e relatore del decreto sulle staminali, al termine delle votazioni a Palazzo Madama dichiara che: “ per escludere qualsiasi possibilità di intenti speculativi il testo prevede che la metodologia utilizzata non possa servire per ottenere un’autorizzazione alla immissione in commercio”.
Contemporaneamente giovedì 11 aprile è prevista una nuova mobilitazione, a partire dalle 10 al Pantheon di Roma, di associazioni e genitori per chiedere una regolamentazione delle cure compassionevoli.
Il nuovo testo, dice all’Adnkronos Salute il presidente di Stamina Foundation Davide Vannoni “è un grande segno di civiltà e buon senso, dice una cosa molto importante: che la metodica potrà essere applicata all’interno di laboratori Gmp, nel regime dei trapianti e non dei farmaci. Una rivoluzione epocale per il mondo occidentale. L’unica limitazione – precisa – è il fatto che la norma sia limitata alle malattie rare, che in Italia riguardano comunque 2 milioni di persone. Quello che mi spiace è che vengono escluse dalla sperimentazione, chiamiamola ‘compassionevole’, per esempio tutti i bimbi con paralisi cerebrale infantile per i quali abbiamo centinaia di richieste. Saranno inoltre esclusi i malati di Parkinson e di Alzheimer, che dovranno di nuovo ricorrere a un giudice per accedere alla terapia. Spero che una prospettiva si apra anche per queste persone, perché la salute deve essere uguale per tutti”.
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