Categories: Cronaca

La crisi ha causato oltre 2,9 milioni di disoccupati

ROMA-Il tasso di disoccupazione in Italia sembra non arrestare la sua corsa, causando ad oggi quasi 3 milioni di disoccupati in tutto il paese. Questo è il nuovo record raggiunto, e purtroppo non accenna a fermarsi, lo ha reso pubblico il comunicato dell’Istat, specificando che si tratta del dato più alto dal gennaio 2004, e del quarto trimestre del 1992.
L’Italia è uno dei paesi più colpiti da questo fenomeno, in tutta l’area Euro, mentre invece schizza ai vertici della classifica per la disoccupazione giovanile con ben il 36,5% riferita nello specifico alla fascia di età che va dai 15 ai 24 anni. Questo è uno dati più preoccupanti, infatti illustra una situazione assolutamente drammatica dove 1 giovane su 3 è senza lavoro, con estreme difficoltà nel trovare un impiego “stabile”.
A peggiorare le condizioni troviamo un boom impressionante di posti precari, ed un netto calo degli impieghi part-time. Come dire dalla padella alla brace, infatti anche nel caso in cui un ragazzo trovasse un lavoro, dovrebbe già preoccuparsi di cercane un altro, in quanto prevedono tutti una scadenza che va dai 6 ai 12 mesi.
Naturalmente anche il governo ci mette lo zampino, grazie alla riforma del lavoro dell’ex ministro Fornero. La suddetta riforma infatti prevede che vengono significativamente aumentati gli intervalli obbligatori da rispettare in caso di successive assunzioni a termine portandoli da 10 a 60 giorni per i contratti inferiori ai 6 mesi e da 20 a 90 giorni per quelli con durata superiore a 6 mesi. Il mancato rispetto di questi intervalli fa sì che il secondo contratto venga considerato a tempo indeterminato o comunque per una durata maggiore di quello precedente, di conseguenza l’azienda eviterà il rinnovo, assumendo personale alla loro prima esperienza.
Da come si può capire il mercato del lavoro in Italia sta vivendo un periodo davvero difficile, in un contesto in cui i consumi sono fermi e le aziende delocalizzano in paesi a basso costo di manodopera.
Sembra un circolo vizioso senza fine, dove solo una riforma del lavoro seria e condivisa può davvero tutelare i diritti dei lavoratori, ma che possa soprattutto riflettere in prospettiva, dando maggiori garanzie e speranze ai più giovani.

Redazione

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