“Semplicemente Mia”In evidenza

Cardano al Campo (Varese) . 12 maggio 1995 . La cantante Mia Martini , di ritorno da una tournèe intrapresa nel marzo per promuovere il suo album

“Semplicemente Mia”In evidenza

Cardano al Campo (Varese) . 12 maggio 1995 . La cantante Mia Martini , di ritorno da una tournèe intrapresa nel marzo per promuovere il suo album : “ La musica che mi gira intorno “ , si sposta concitatamente da una stanza all’altra del suo appartamento in via Liguria numero 2 . Le valigie , accantonate in un angolo dell’ingresso , sono ancora da disfare ; l’orologio a pendolo , appeso alle pareti del salotto , annuncia , con il suo rintocco , le ore 20:00 . La cucina , allora , è subito approntata per uno spuntino frugale : un panino e un ‘insalata vengono consumati , sfogliando una rivista . Assonnata , dopo aver cenato , si dirige verso il bagno per indossare un pigiama bianco di seta . Prima di andare a dormire , fa un paio di telefonate : alla sorella Loredana , in viaggio negli Stati uniti e al fidato produttore della sua casa discografica , l’ RT Music , entrambi irraggiungibili . Percorsa la scala a chiocciola di un soppalco , raggiunge la sala di registrazione “domestica” e , infilatasi le cuffie ,collegate a un lettore e a un amplificatore , ascolta dei dischi di Etta James , Aretha Franklin , John Lennon . Inevitabilmente , la mente corre agli anni della giovinezza , al tempo in cui : “ C’era posto per le favole “ e “Meno rabbia e più amore ; c’era sempre un gran sole e la notte era bella e c’era pure la luna , molto meglio di adesso , molto più di così “ , ai sogni di una ragazza di quindici anni , Domenica (Rita , Adriana) Bertè , nata a Bagnara Calabra il 20 settembre del 1947 e vissuta a Porto Recanati , nel maceratese . Seconda di quattro sorelle (Leda , la primogenita ; Loredana , la terza e Olivia , l’ultima ) ,Mimì , come la chiamano parenti e amici, è figlia di Giuseppe , docente di materie umanistiche , emigrato a San Ginesio , nelle Marche , dove insegna in un istituto magistrale e di Maria Salvina Dato , maestra elementare . L’adolescenza , le amicizie , gli amori , la radio , i giradischi , il canto (passione – rifugio con cui mitiga il dolore per l’indifferente prepotenza del padre padrone ) gli spettacoli in balere di paese , le orchestrine , i concorsi regionali . Poi , nel 1962 , la partenza in treno per Milano , accompagnata dalla madre ; l’approdo a una stazione affollata , piena di passeggeri che , come formiche , si affrettano in un’alternanza di arrivi e partenze . Un discografico “ che conta” , Carlo Alberto Rossi , un provino ; il debutto , nel 1963 , con il nome d’arte di “Mimì Bertè “ e un quarantacinque giri : “Ombrello blu “ , seguito , nel maggio del 1964 , dai singoli “Come puoi farlo tu “ , “Il magone “ , “ Ed ora che abbiamo litigato “ . Il clamore suscitato nei coetanei dal suo personaggio beat e scanzonato dura poco ; la fama scema : è l’oblio . Si trasferisce a Roma insieme alla sorella Loredana : le due frequentano Renato Fiacchini , giovane alto , allampanato , eccentrico , embrione del futuro Renato Zero . I tre ,aspiranti interpreti della musica leggera italiana , scandalizzano la Capitale con i loro travestimenti sgargianti e il loro atteggiamento anticonvenzionale che , nel 1969 ,costa a Mimì , una condanna a quattro mesi di reclusione , scontati a Tempio Pausania , per detenzione di droghe leggere e l’immediato boicottaggio , da parte dei discografici , del quarantacinque giri : “Coriandoli spenti “ . La spiacevole vicenda le impedisce di riconquistare la scena , per questo si rassegna a un destino di corista e ,con Loredana e i “Cantori Moderni “di Alessandroni , incide : “Per un pugno di samba “ , album del sudamericano Chico Buarque de Hollanda . Tuttavia , proprio in quell’occasione , il pianista Toto Torquati la convince a tornare protagonista e , nel 1970 , grazie al produttore musicale Alberigo Crocetta , fondatore del “ Piper”,( noto locale romano ) s’impone all’attenzione del pubblico come : “ Mia Martini” . La ragazzina timida con i fiocchetti e i mini vestiti cede il passo a una donna solitaria , malinconica , dall’abbigliamento e dall’incedere zingaresco . Così , nel 1971 , urla la disperazione di una figlia nella canzone : “Padre davvero “ e s’interroga sulla volubilità dell’amore in “ Amore… amore … un corno “ , brano composto da uno sconosciuto Claudio Baglioni , con cui ,nel novembre del 1971 , realizza il disco “Oltre la collina “ , riflessione canora sul disagio giovanile . Nel 1972 , affinato il talento interpretativo , diventa : “ La cantante di Piccolo uomo “ , canzone scritta da Bruno Lauzi , Michelangelo La Bionda e Dario Baldan Bembo , che si aggiudica il podio del Festivalbar , rassegna estiva promossa da Vittorio Salvetti . Siglato un contratto con la “Ricordi” , si presenta alla Mostra Internazionale di Musica Leggera , a Venezia , con il brano : “Donna sola “, vincendo la Gondola d’oro e , nel 1973 , incontrato il cantautore romano Franco Califano , gli fornisce interessanti spunti per la stesura del testo di “Minuetto “, divenuto ,nel giro di una settimana ,Disco d’oro . Ma il 1973 è anche l’anno di pubblicazione dell’album “Il giorno dopo “ ,per cui si avvale di numerosi collaboratori : il cantautore Antonello Venditti ( “Ma quale amore “) e gli autori Maurizio Fabrizio ( “Dove il cielo va a finire “ ) e Maurizio Piccoli ( “ Bolero “ , “Il guerriero “ ) . Mia ,però , nonostante il successo , rescinde il patto che la lega alla casa discografica milanese , decisa ad imporle un repertorio non affine alla sua personalità artistica . Quindi , dopo il pagamento di una cospicua penale , entra nella neonata “Come il Vento “ e registra l’ LP : “Che vuoi che sia ….. se t’ho aspettato tanto “ , che annovera tra gli autori Amedeo Minghi ( “Ma sono solo giorni “) e Pino Mango ( “Se mi sfiori “ ) . Nel corso di un tour in Francia , è notata dal cantante –istrione Charles Aznavour ,che le propone un recital all’ Olympia di Parigi , tempio della musica francese . Nel 1977 , lavora al disco : “Per amarti “ , con gli autori Bruno Lauzi , Maurizio Fabrizio e la matricola Ivano Fossati ( “Un uomo per me “ , “ Sentimento “ , “ Se finisse qui “ , versione italiana del brano “ Give a little bit “ dei “Supertramp“ , “Vola “ , “ Danza “ , “Canto alla luna “ , “ La costruzione di un amore “ ) e con la canzone “ Ritratto di donna “ ottiene il riconoscimento di miglior cantante straniera al “ World Popular Song Festival Yamaha “ di Tokyo . Ivano Fossati non è più soltanto il coautore dei suoi brani , ma il compagno con cui condivide vita , progetti , emozioni e con cui convive nel complesso milanese di San Felicino . Mia , rievocando questo periodo , pensa tra sé : “In quegli anni , finii per impersonare il tipo della cantante sofisticata , che sembrava snobbare il pubblico meno colto per cercare chissà quali traguardi elevati , ma niente di tutto ciò era vero ! . Intanto iniziava , su basi sanguinolente e complesse , il mio rapporto con Ivano . Avevo un bel da fare con un simile campo minato . Avevo un contratto con la “Come il Vento “ e dovetti interromperlo a causa sua . Perché era geloso dei dirigenti , dei musicisti , di tutti . Ma soprattutto era geloso di me come cantante . Diceva di volermi come donna , ma non era vero , visto che non volle avere un figlio da me . La prova d’amore sarebbe stata quella di abbandonare del tutto anche la sola idea di cantare e distruggere completamente Mia Martini . Fui combattuta , non riuscii a farlo ! . Il fatto che avessi dei debiti da pagare costituì un alibi per non smettere . Ma quando si oppose violentemente alla realizzazione di un progetto che coinvolgeva Pino Daniele , la lotta tra Mia donna e Mia cantante divenne feroce . Infatti , mi andò via la voce e le corde vocali furono imprigionate in una spessa membrana formata da noduli : una cosa rarissima ! . Ci vollero due interventi chirurgici per tornare a cantare . Ricominciai con fatica nel 1981 , presentando al Festivalbar il brano : “E ancora canto “ “ . Mia , nel 1982 , ha trentacinque anni ; si sente pronta per affrontare il palcoscenico di Sanremo e , con la canzone di Fossati : “E non finisce mica il cielo “ , è consacrata dalla critica “interprete “ , attraverso un premio ideato apposta per lei da una giuria di giornalisti ed esperti . Cantante matura , si cimenta come autrice , componendo la canzone : “Quante volte “ , singolo dell’album “Quante volte… ho contato le stelle “ , per la cui preparazione si confronta con molteplici musicisti e autori ( Riccardo Cocciante , Mimmo Cavallo , Gianni Bella e Mogol ) . Nel 1983 , smette di cantare ; da dieci anni è vittima , bersaglio di calunnie , maldicenze e dicerie di cattivo gusto : qualcuno sostiene che porti sfortuna . “ Vivere , era impossibile . Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e le porte mi venivano chiuse in faccia . C’era gente che aveva paura di me , che , per esempio , rifiutava di presenziare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto essere presente anch’io . Addirittura , un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival , perché nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri cantanti . Eravamo arrivati all’assurdo , perciò decisi di ritirarmi ! “ , ricorda la Martini . Due concerti di addio al Teatro Ciak di Milano , l’ esilio in Umbria , la fine della relazione con Fossati , l’esistenza appartata , condotta in una magione di campagna , fino a quando i produttori Lucio Salvini e Giovanni Sanjust la convincono a tornare in palcoscenico : nel 1989 , è ufficialmente in gara al Festival di Sanremo con “Almeno tu nell’universo “( canzone di Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio ) . “Per sette anni non potei fare il mio lavoro ed ebbi momenti di profonda depressione . Ma quella sera sentii fisicamente l’abbraccio del pubblico ; lo sentii sulla pelle e fu un attimo indimenticabile ! “ , sbotta Mimì . Un nuovo contratto con la casa discografica “Fonit Cetra “, un disco in classifica ( “ Martini Mia “ ) , l’interpretazione di brani intensi come : “Notturno “ , “ Donna “ ( quest’ultimo scritto da Enzo Gragnaniello ) , aprono il decennio 1990 , scandito da raffinate rielaborazioni della canzone napoletana ( “Cu ‘mme “ , brano di Roberto Murolo ed Enzo Gragnaniello , 1991 ) e da reiterate presenze al “ Festival dei fiori “ (“ La nevicata del 56’ “ di Franco Califano , 1990 ; “Gli uomini non cambiano “ di Giancarlo Bigazzi e Beppe Dati, 1992 e “Stiamo come stiamo “ , in coppia con la sorella Loredana, 1993 ) . Ora , Mia , dopo aver inciso : “Viva l’amore “ ( di Mimmo Cavallo) , ha intenzione di produrre l’album “Napoli mia “ e di duettare con Mina , che definisce “La più grande artista italiana “ . Nella sua sala di registrazione , tra i compact disc stivati in armadietto ce n’è uno che reca sulla copertina l’ etichetta : “ Semplicemente Mia “ , contenente la versione rimaneggiata di “Oltre la collina “ . Le va di ascoltarlo , lo prende , lo inserisce nel lettore e , mentre la sua voce , accarezzata da una struggente melodia , racconta che : “Tutto rimane là , dietro la collina “ , si addormenta . Il suo corpo ,ormai inanimato , viene ritrovato il 14 maggio . L ‘autopsia ,predisposta dagl’inquirenti , rivela che il decesso è stato causato da un arresto cardiocircolatorio dovuto a un overdose di stupefacenti . Il funerale della cantante viene celebrato il 15 maggio , nella chiesa di San Giuseppe , in via Stelvio , a Busto Arsizio , dove il padre risiede con la seconda moglie . Mia , dopo una lunga separazione , determinata da brusche incomprensioni , voleva riconciliarsi con lui . E’ stato questo proposito a condurla a Varese ; è stato questo desiderio a suggerirle di appuntare su un foglio , prima di morire , una strofa della sua canzone : “ E io fuggo , correndo , camminando , scappando , strascinando per terra , io fuggo per cercare disperatamente un amore , un amore mio , un amore magari felice oppure infelice , ma sì , tanto è lo stesso . Mi basta solo che sia un amore “ .