lezioni, io perdo e tu sei il colpevole…

ROMA-Come al solito non appena finisce lo spoglio e si decreta il vincitore o il perdente, tutti incominciano una sorta di mea culpa, ma tutti si proclamano innocenti rilegando la colpa ad un colpevole immaginario. La politica è fatta così, non possiamo farci nulla. Dall’altra parte c’è il popolo che conta poco, sono numeri a disposizione dei politici. Numeri quasi acquisiti, che appartengono a questa o quella parte politica. I cittadini sono come la tassa di possesso che loro, i politici, hanno imposto su tutto quello che appartiene ai cittadini, quindi, i cittadini, sono soggetti di cui i partiti si sono appropriati. Per fortuna il popolo in pochi mesi ha reagito diversamente, cercando in qualche modo di svincolarsi da quel possesso asfissiante che dà il diritto ai politici di partito di stabilire tutto quello che vogliono, nonostante non fanno nulla.
Il ragionamento però si indirizza a quello che è il concetto principale: “I politici hanno capito che il popolo li ha “schifati?” Chissà se riescono ad comprendere che sono loro il marcio del sistema. L’assenteismo si moltiplica ogni qualvolta si va al voto. Le giostre delle ideologie sono state azzerate dalla modernità: gli italiani hanno iniziato a ragionare di testa sua senza seguire più gli indirizzi dei partiti. Forse proprio questo è il male peggiore per i partiti: gli italiani non devono assolutamente ragionare. Purtroppo il pilota della politica si è rotto. Adesso alla guida del cambiamento se messo il popolo italiano. Sta guidando in maniera tale da condurre la macchina fuori dal circuito chiuso di una pista ormai fuori uso. Il popolo ha aperto un varco tra le reti di protezioni, e si è messo sulla nuova strada, quella che determina un nuovo percorso dove a decidere sarà solamente il popolo e non più le lobby dei partiti. Speriamo che questa classe dirigente abbia capito che deve sloggiare, perché la pista che hanno percorso finora è stata distrutta, adesso va ristrutturata in maniera tale da avere un fondo capace di sopportare il peso dei sacrifici che gli italiani dovranno affrontare per ricostruirla dopo il disastro dei partiti italiani, l’assoluto male per un paese meraviglioso.