Unioncamere: con la crisi più microcredito e imprenditoria socialeIn evidenza

ROMA– Microcredito in forte crescita negli anni della crisi. Dei 216 programmi avviati in Italia hanno infatti beneficiato oltre 55mila soggetti.

Unioncamere: con la crisi più microcredito e imprenditoria socialeIn evidenza

ROMA– Microcredito in forte crescita negli anni della crisi. Dei 216 programmi avviati in Italia hanno infatti beneficiato oltre 55mila soggetti. Tra questi, sicuramente molte imprese che fanno parte del variegato mondo non-profit, formato da oltre 120mila operatori economici che, con diverse forme organizzative e diverse ragioni sociali, costituiscono l’universo del Terzo Settore in Italia. Infatti, esso oltre a svolgere un ruolo sempre più importante di risposta ai diversi bisogni di welfare della società, riveste anche una funzione economica di tutto rilievo, con i suoi 380mila dipendenti e 70mila volontari stimati e i 5 milioni di utenti che hanno trovato risposta alle proprie necessità soprattutto in materia socio-assistenziale e sanitaria, educativa e diretta all’inserimento lavorativo per soggetti in condizioni di svantaggio.
Questi alcuni degli elementi che emergono dai due Rapporti promossi da Unioncamere presentati oggi a Roma.
“In un momento tra i più delicati della nostra storia, l’importanza del welfare come strumento per contrastare e alleviare gli effetti della crisi economica sulla società deve confrontarsi con la necessità di rientro dall’esposizione debitoria del Paese”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “L’assenza di risorse ha quindi condotto il mondo della solidarietà a rivestire un ruolo anche economico oltre che sociale: nascono e si sviluppano così esperienze quali il microcredito e l’impresa sociale, che piegano finanza e profitto al sostegno delle famiglie, dell’occupazione e della microimprenditorialità”.
Aumentano del 42% i nuovi prestiti erogati con il microcredito nel 2011
Oltre 55mila soggetti hanno beneficiato nel 2011 di un prestito utilizzando uno dei 216 programmi di microcredito avviati in Italia. E’ quanto evidenzia lo studio promosso da Unioncamere con il contributo scientifico della società C. Borgomeo&co e di CamCom Universitas Mercatorum. I 539 milioni di euro fino ad ora erogati sono il frutto di un aumento annuo del 42% dei nuovi prestiti concessi (106,6 milioni contro i 75,2 del 2010); nel complesso, gli interventi di microcredito hanno raggiunto 33mila famiglie, 9mila e 600 imprese e 8mila e 600 studenti. A questi si sommano altri 3mila e 700 beneficiari “indistinti” tra famiglie e imprese. Il valore medio dei prestiti si è attestato su un importo nominale di circa 9.800 euro, lievemente più alto dell’analogo dato riferito all’anno precedente (9.500 euro). Il 56% dei programmi di microcredito sono stati indirizzati alla creazione di imprese, agevolando la nascita di 5.685 nuove attività, grazie a prestiti complessivamente pari a oltre 83 milioni di euro; l’importo medio a favore delle start up è stato pari a circa 14.700 euro. Alle esigenze definite “indistinte” è comunque rivolto il maggior numero di programmi avviati, di prestiti concessi e il valore più consistente di somme erogate.
Andamento dei programmi di microcredito
(Valori assoluti; anni 2004-2011)
Fonte: Fiducia nel credito. Esperienze di microcredito per l’impresa ed il sociale, Unioncamere, 2013
Ripartizione dei programmi di microcredito per fabbisogni e macroarea
(valori assoluti e in euro; anno 2011)
Fabbisogni per Macroarea
Numero programmi
Numero prestiti
Volume prestiti (euro)
Media prestiti
(euro)
Prestiti per programmi
Volumi per programma (euro)
Avvio o sostegno di una attività economica
10.207.516
600.442
Centro
81.868.427
14.640
5.847.745
Mezzogiorno
38.963.411
26.132
1.145.983
Multiregionale
26.353.880
22.660
5.270.776
TOTALE
157.393.234
16.455
2.248.475
Fabbisogno finanziario indistinto
13.115
80.438.246
1.436.397
Centro
77.069.866
16.315
4.533.522
Mezzogiorno
92.357.021
15.143
3.184.725
Multiregionale
25.023.623
5.004.725
TOTALE
33.191
274.888.756
2.569.054
Sostegno durante studi universitari o post laurea
4.139.273
15.388
4.139.273
Centro
7.919.946
791.995
Mezzogiorno
Multiregionale
71.783.300
11.663
17.945.825
TOTALE
83.842.519
5.589.501
Più esigenze
7.610.561
845.618
Centro
9.496.603
1.356.658
Mezzogiorno
5.196.287
742.327
Multiregionale
999.964
999.964
TOTALE
23.303.415
970.976
TOTALE
15.798
102.395.596
1.233.682
Centro
14.353
176.354.843
12.287
3.674.059
Mezzogiorno
136.516.719
16.761
1.950.239
Multiregionale
16.741
124.160.767
8.277.384
TOTALE
55.037
539.427.925
2.497.352
Fonte: Fiducia nel credito. Esperienze di microcredito per l’impresa ed il sociale, Unioncamere, 2013
L’impresa sociale: un sostegno solidaristico centrale nei servizi alla persona
La quantificazione dell’imprenditoria sociale in Italia sconta l’impossibilità di far riferimento ad una figura giuridica dedicata. L’ampiezza del perimetro settoriale infatti, dipende dal concetto che di impresa sociale si ha in mente. La più recente normativa in materia (si veda la l. n. 118/05 e successivi decreti) introduce, in base a elementi definitori generali, alcune qualifiche applicabili a qualsiasi forma giuridica privata. Tali qualifiche, riguardanti gli obiettivi (di interesse generale), i settori di intervento (istruzione, cultura, turismo, etc.), l’assetto di governance (basato sul coinvolgimento dei lavoratori) e le modalità di rendicontazione (non solo di tipo economico ma anche sociale) hanno permesso di individuare, nel 2011, 365 imprese sociali che rispondono ai requisiti della legge n.118/05.
A questo insieme, che rappresenta il cuore dell’imprenditoria sociale italiana, si aggiungono altre 404 imprese che, pur non essendo certificabili come “sociali”, contengono la dicitura “impresa sociale” nella propria ragione; infine, si ricorda la presenza di altre 11.808 Cooperative sociali costituite ai sensi della legge n. 381/91.
Allargando la visuale del fenomeno, e entrando nel campo della potenziale imprenditoria sociale, si deve far riferimento anche alle 22.468 Organizzazioni non profit diverse dalle cooperative sociali e alle imprese non profit operative nei settori di attività previsti dalla legge n. 118/05, che secondo i dati più recenti di fonte Istat, ammontano a 85.445.
La geografia dell’impresa sociale in Italia
tipologia
numero
Imprese sociali
Costituite ai sensi della legge n. 118/05 e iscritte alla sezione L
Unioncamere – Infocamere
Altre imprese con la dicitura “impresa sociale” nella ragione sociale
Registro imprese – Infocamere
Cooperative sociali costituite ai sensi della legge n. 381/91
11.808
Unioncamere – Infocamere
Potenziale di imprenditorialità sociale
Organizzazioni non profit diverse dalle cooperative sociali
22.468
Repertorio Economico e Amministrativo (REA) – Infocamere
Imprese for profit operative nei settori di attività previsti dalla legge n. 118/05
85.445
Archivio Statistico Imprese Attive (ASIA) – Istat
Elaborazioni Iris Network su fonti indicate
Sulla base delle indicazioni emerse dal Sistema informativo Excelsior, si stima che nelle imprese sociali fossero impiegati a fine 2010 circa 383mila lavoratori, ovvero il 3,3% dell’occupazione extra-agricola nazionale.
Il campo di attività principale non può che essere rappresentato dal terziario, che da solo contribuisce per il 96% dell’occupazione. Più nello specifico, sono i servizi sanitari e di assistenza sociale, che da soli concentrano il 69% dell’occupazione, a mostrare il maggior impatto. La rilevanza delle imprese sociali risulta però particolarmente evidente con riferimento alle attività socio-sanitarie e dell’istruzione, nelle quali questo segmento detiene una quota pari rispettivamente al 58% e al 33% sul complesso dei dipendenti della sfera privata. Sul fronte territoriale, le Regioni dove centrale è il ruolo occupazionale dell’impresa sociale sono il Piemonte, la Liguria, e più staccate la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana, l’Umbria e la Sardegna.
Ad evidenziare il ruolo solidaristico che occupa l’impresa sociale, si stima come oltre la metà (54,8%) delle imprese sociali abbia coinvolto dei volontari (che ammontano a 70.585 persone) e come proprio nelle regioni in cui il fenomeno è maggiore (quelle settentrionali), tale quota sembra crescere ancora (55,9%).
L’impresa sociale, oltre ad avere un ruolo economico, ha anche e soprattutto un ruolo solidaristico e di risposta ai bisogni delle comunità in cui operano; sono oltre cinque milioni gli utenti che hanno usufruito nel 2010 dei servizi offerti da queste imprese, e oltre il 60% lo ha fatto per ciò che riguarda l’attività socio-assistenziale e sanitarie; un altro 15,5% ha scelto il fronte del sostegno all’educazione e un 20% l’inserimento lavorativo per soggetti in condizioni di svantaggio. Tra le diverse tipologie di beneficiari spiccano i minori e gli adolescenti (beneficiari principali delle attività del 31,6% delle imprese), le famiglie (22,8%), i disabili fisici e psichici (19,2%) e gli anziani (13,2%).
L’aspetto tutt’altro che scontato che caratterizza le imprese sociali riguarda senza dubbio l’elevata propensione all’innovazione. Nel 2010, quasi un terzo delle imprese ha dichiarato di aver introdotto innovazioni (31%); più nello specifico, quasi un’impresa su cinque ha scelto di concentrare la propria spinta innovativa verso i temi dell’organizzazione, quanto mai importanti in attività di questo tipo, fortemente orientate all’utilizzo di forza lavoro.
Valori assoluti
Incidenze percentuali
Innovazioni di prodotto
Innovazioni di processo
Innovazioni organizzative o gestionali
Innovazioni commerciali
Fonte: Iris Network – Unioncamere, stime indagine imprese sociali, 2011
Gli osservatori sul microcredito e l’impresa sociale evidenziano un costante monitoraggio delle attività, anche per analizzare i frutti delle iniziative a favore delle imprese implementate dal Sistema Camerale.
Unioncamere e le Camere di commercio, con la finalità di sostenere la crescita dell’impresa sociale e del microcredito, hanno promosso la nascita di “Comitati per l’imprenditorialità sociale e il microcredito” (CISeM) presso le Camere di Commercio e le Unioni regionali. Questi Comitati, che attualmente sono già più di 35, coinvolgono le associazioni presenti negli organi camerali, il Terzo Settore, gli enti locali e il mondo della ricerca.
Inoltre, Unioncamere ha recentemente varato un progetto per stimolare la nascita di 300 nuove start up sociali attraverso l’azione promozionale dei Comitati.