ROMA- In Italia il sindacato vivacchia soltanto perché difende i lavoratori della pubblica amministrazione e gli operai delle grandi fabbriche. Ma ormai di grandi fabbriche ne restano ben poco, e gli imprenditori se ne fregano, e fanno bene, della italianità dopo che lo stato in tutti questi anni li ha ridotti allo stremo. Ogni azione dei sindacati viene fuori soltanto quando qualche imprenditore vuole lasciare il paese per delocalizzare all’estero. Si fanno lotte e contro lotte per difendere l’occupazione di migliaia di operai di qualche grande industria, oppure difendere il diritto acquisito voluto dai sindacati che in nessun modo si può modificare, è acquisito, non si tocca, semmai mettere sul piatto qualche altro privilegio che possa diventare acquisito. Così le imprese in tutti questi anni hanno sopportato, adesso si sono rotte dei nostri sindacati e se ne vanno. In tutta Italia migliaia di aziende hanno chiuso e sono scappate da questo paese ostaggio della macchina burocratica costruita nel corso degli anni.
Non scandalizzatevi se dico ciò nei confronti dei sindacati. In Italia negli ultimi quattro anni hanno chiuso qualcosa come 500mila piccole attività artigiane. Tutte attività il cui titolare è lavoratore di se stesso. Eppure questo lavoratore non è tutelato in nulla, non ha una assistenza sanitaria in caso di malattia, non ha nessun privilegio, insomma, deve solo sgobbare e pagare le tasse allo stato. Intanto quei 500mila lavoratori hanno perso il lavoro, eppure nessun sindacato ha indetto uno sciopero per difenderli. E se pensiamo che ogni artigiano abbai potuto avere un solo collaboratore, significa che ben un milione di persone ha perso il lavoro. Numeri mostruosi, eppure nessuno dice nulla, sindacati e politici, nessuno si mobilità per difenderli. Invece per un migliaio di posti di una grande azienda, nemica del sindacato, allora si fanno anche guerre pur di vincere. Ma vincere su cosa? Bè, per i sindacati la priorità è poi ottenere la cassa integrazione e lottare affinché resti in eterno nonostante l’azienda non esiste più. Eppure ai 500mila artigiani che hanno chiuso e ai loro collaboratori non gli spetta nemmeno un euro, sono lavoratori di serie B, e non fanno parte della categoria dei lavoratori privilegiati. Questa è l’Italia del sindacato: mille lavoratori vanno difesi a denti stretti, un milione di lavoratori possono morire, sono figli di nessuno.
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