Incentivi per le assunzioni in un paese che non produceIn evidenza
ROMA-chi dovrebbe assumere un giovane in questo momenti se tutte le aziende sono in affanno poiché i consumi sono quasi a zero

ROMA-chi dovrebbe assumere un giovane in questo momenti se tutte le aziende sono in affanno poiché i consumi sono quasi a zero e ciò determina una diminuzione della produzione. Personalmente sembra un’altra “cazzata” partorita dalle menti della politica. Secondo quanto stabilito dal Cdm che ha presentato la bozza, prevede “in via sperimentale”, incentivi all’assunzione stabile di giovani tra i 18 ed i 29 anni, che siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, privi di un diploma di scuola media superiore o professionale e vivano soli con una o più persone a carico. E’ confermato il tetto di 650 euro al mese: gli sgravi saranno di 18 mesi per le nuove assunzioni e di 12 per le trasformazioni con contratto a tempo indeterminato. Gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato di giovani lavoratori, previsti nella bozza, rappresentano un primo step “istituito in via sperimentale”, “in attesa dell’adozione di ulteriori misure da realizzare anche attraverso il ricorso alle risorse della nuova programmazione comunitaria 2014-2020”.
Il dl Lavoro prevede anche “ulteriori misure nei territori del Mezzogiorno” per l’occupazione giovanile. Ed in particolare, 80 milioni di rifinanziamento delle misure per l’autoimpiego e autoimprenditorialità, 80 milioni di rifinanziamento del Piano di Azione e Coesione, 168 milioni di finanziamento per borse di tirocinio formativo a favore di giovani che non lavorano, non studiano e non partecipano ad attività di formazione. Il Dl lavoro, prevede anche interventi straordinari fino al 31 dicembre 2015 per favorire l’occupazione di giovani fino a 29 anni ma anche “soggetti con più di 50 anni di età” che siano disoccupati da oltre dodici mesi. Misure varate “anche al fine di cogliere le opportunità di lavoro, su tutto il territorio nazionale, derivanti dall’iniziativa dell’Expo 2015 di Milano.
Tutti questi soldi sembrano più una perdita di tempo che una reale risoluzione del problema, poiché al centro di tutto ci sono le imprese che non ci sono più e continuano a chiudere, quindi se non ci sono le imprese chi deve assumere? Il provvedimento non prevede nessuna diminuzione del costo del lavoro alle imprese, poiché finiti gli incentivi è automatico che le imprese licenziano dato che il costo per mantenere un dipendente in Italia è il più alto del mondo. Sembra essere tornati ai tempi della DC e del Pci, quando si emanavano provvedimenti a favore del lavoro, rigorosamente assistenzialisti, che alla fine hanno consegnato l’Italia di oggi.