Crisi, consumi indietro di 20 anni

ROMA-La crisi continua a colpire duro portando il consumo nel settore alimentare indietro di ben 20. Negli 1992/93 infatti la spesa

Crisi, consumi indietro di 20 anni

ROMA-La crisi continua a colpire duro portando il consumo nel settore alimentare indietro di ben 20. Negli 1992/93 infatti la spesa delle famiglie relative al comparto alimentare e bevande non alcoliche raggiungeva la soglia dei 117,6 miliardi. Invece nel 2012 il livello si è assestato intorno ai 177 mld.
Lo rileva l’Istat, precisando come ad aprile le vendite al dettaglio siano scese dello 0,1% su marzo e del 2,9% su base annua, segnando la decima flessione tendenziale consecutiva e come per l’alimentare si registri l’andamento peggiore, con un calo dello 0,7% su marzo e del 4,5% nel confronto annuo.
Ad aprile la flessione delle vendite al dettaglio risulta più forte per la grande distribuzione (-3,9%) che per i piccoli negozi (-2,1%), già duramente colpiti dalla crisi nei mesi precedenti. In particolare, sono gli ipermercati (-5,5%) e i supermercati (-5,3%) a segnare le perdite più rilevanti, mentre, ancora per una volta, si salvano i discount (+0,4%).
Negli ultimi 5 anni gli italiani hanno ridotto sempre di più le spese alimentari quasi del 10%. Ma il calo più forte si è avuto nel settore vestiario e calzature, con una riduzione della spesa pari al 9,1%, crollando a 59,7 mld.
In tutta questa situazione la domanda da porsi è: cosa fa lo stato? Al momento proprio niente, anzi sembra quasi che voglia peggiorare la situazione con l’aumento dell’iva, che è pur vero che è stato rimandato di tre mesi, ma non annullato.
Come molti già sapranno un ulteriore aumento dell’iva porterà un ulteriore diminuzione dei consumi, ma non solo nel settore alimentare e vestiario, ma bensì in tutti i settori dell’economia.
Come sempre noi ci auguriamo un intervento importante da parte del governo Letta, ma oramai siamo abituati anche ad essere delusi.