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nrico Letta al debutto nel vertice europeo ha riscosso un grande successoIn evidenza

ROMA-Il tanto atteso vertice europeo di fine giugno, sul quale il premier Enrico Letta ha puntato tutte le sue carte in tema di crescita e occupazione, a Palazzo Lipsius, sede del Consiglio dei ministri, si è sviluppata una girandola di incontri bilaterali e riunioni nelle quali sono discussi informalmente le tematiche all’ordine del giorno di questo evento, la cui importanza non sfugge a nessuno. Si sa che viene anticipata all’inizio del 2014 l’utilizzazione dei 6 miliardi e che questa somma, anche se modesta, sarà spesa in 2 anni anziché in tre, per venire incontro ai giovani senza lavoro.
Così come si sa che i leader europei hanno raggiunto un accordo di massima perché venga stanziato un fondo per la lotta alla disoccupazione giovanile per il 2014 – 2020 di 9 miliardi di euro. Di questo fondo parteciperanno le regioni europee dove quest’ultima supera il 25%, come in Italia.
Intanto, si profila una nuova posizione della Banca Europea per gli Investimenti, che, con il recente aumento di capitale di 10 miliardi, accelererà i nuovi programmi di credito alle imprese, con l’aumento dei prestiti del 50% per il periodo 2013 – 2015, erogando finanziamenti fino a 150 miliardi di euro.
A questo si è arrivati anche con la posizione dell’Italia, il cui premier, senza peli sulla lingua, ha strigliato la BEI sollecitando ad impiegare una parte dei suoi soldi aumentando il credito alle PMI per rilanciare l’economia, che da tempo è ferma, “non tenendoli in pancia per mantenere la sua tripla A”.
Con i crediti alle imprese si raggiunge un duplice obiettivo: da una parte le PMI hanno la liquidità necessaria per realizzare lo sviluppo e dall’altra incrementano l’occupazione.
È il caso di evidenziare che in questo vertice si sta verificando un cambio di rotta, impensabile prima.
Anche per altri importanti temi come la “Golden Rule” e l’Unione Bancaria si sta profilando la possibilità di un accordo tra i 27.
Infatti, nessuno ormai, in tempi di crisi, sottovaluta l’importanza di introdurre la regola della “Golden Rule”, ovvero la possibilità di scomputare dal deficit di bilancio la spesa per investimenti cofinanziati dall’Unione europea, sempre nel rispetto del tetto del 3% del rapporto deficit/PIL.
Questo vertice, ancora, dovrebbe fare suo l’accordo raggiunto nella riunione dell’Ecofin di mercoledì scorso sui fallimenti bancari, che il nostro ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha definito un “buon compromesso” nella direzione dell’Unione bancaria.
Come si vede, quando i leader sono animati da una decisa volontà politica, i risultati si raggiungono.
di Fiorenzo Grollino

Redazione

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