Sono 150 anni che il sud mantiene il nord
ROMA- Ormai sono 150 anni che il sud mantiene il nord. Dai tempi dell’unità d’Italia, quando il ricco sud fu saccheggiato con violenza dal nord povero

ROMA- Ormai sono 150 anni che il sud mantiene il nord. Dai tempi dell’unità d’Italia, quando il ricco sud fu saccheggiato con violenza dal nord povero. Il mezzogiorno vive nella povertà perché deve mantenere il nord diventato ricco alle spalle del sud. In quella unità d’Italia i nordisti giunsero al sud e saccheggiarono tutto prelevando le ricchezze economiche trasferendole al nord. Da quel giorno il sud non è più uscito dal ghetto, poiché anche le generazioni di politici meridionali si sono imborghesiti a favore del nord. Un sistema che ha consentito di tenere buoni i poveracci meridionali dandogli assistenzialismo e clientelismo politico, tanto da poter diventare una macchina perfetta di voti per i politici. Promesse facili, che hanno illuso per ben 150 anni un popolo dapprima ricco e poi trascinato nella povertà. Tutto in nome dell’unità d’Italia.
Il sud oltre a dover pagare il prezzo altissimo dell’unità d’Italia, è stato anche costretto a diventare cavia del nord. In primis, perché la mancanza di lavoro ha indotto intere generazioni a mettersi a servizio dei capitalisti nordisti, poi in secondo momento tutto ciò che si produceva al nord veniva acquistato dai cittadini del sud. Al sud non si è mai pensato di industrializzare, ma soltanto desertificare in modo tale che gran parte dei beni necessari per la vita quotidiana fossero acquistati dalle industrie del nord. Siamo andati avanti così per 50 anni di storia della Repubblica Italiana. Una miseria trasferita al sud e una ricchezza concentrata esclusivamente al nord. Tutto ciò con la bella complicità di parlamentari del mezzogiorno, che nel corso degli anni hanno occupato anche ruoli di rilievo all’interno dei governi: tanti sono diventati premier. Ma al sud non è successo mai nulla.
Al sud è continuato quello spirito di sottomissione nei confronti del nord portandoci alla totale sottomissione. Mai al sud si è pensato di creare veramente aziende capaci di produrre quella ricchezza quotidiana che ci liberasse dalla supremazia nordista in termini industriali. Eppure le aziende del nord sono state create con i nostri soldi, con quei soldi che l’unità d’Italia ci ha portato via. Ma le cose non sono cambiate con la repubblica. Tantissimi imprenditori sono venuti al sud, hanno costruito le mura dei capannoni industriali, presi i finanziamenti, e come successe con l’unità d’Italia, li hanno sottratti al sud e investiti al nord. Eppure mai un politico è stato condannato all’ergastolo per questo immane scempio umanitario commesso nei confronti del mezzogiorno. Al sud invece è stato costruito il fantasma del sottosviluppo, ricchezze zero, solo mafia, quella né stata costruita tanta. Sono 150 anni che aspettiamo la riscossa, sono 50 anni che aspettiamo che nasca la repubblica italiana. Sì, perché la repubblica per il sud non c’è mai stata. Lavoro al nord, disoccupazione al sud, il tutto grazie alla complicità dei tanti politici meridionali che in 50 anni hanno occupato comodamente le poltrone del parlamento della Repubblica Italiana fregandosene delle esigenze della loro gente. Tanto sono 150 anni che l’Italia è rimasta divisa: al nord la ricchezza al sud lo schifo.