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A Reggio Calabria, la fiction “Il giudice meschino”In evidenza

REGGIO CALABRIA – Nella sala “Levato” di Palazzo Campanella è stata presentata la miniserie TV “Il giudice meschino”, una fiction che sarà trasmessa da Raiuno, probabilmente a febbraio, in due puntate. Le riprese cominceranno il ventidue luglio. All’incontro con la stampa erano presenti: il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, il Presidente di Calabria Film Commission Gianluca Curti, Mimmo Gangemi, autore del libro da cui è tratta la miniserie, il produttore cinematografico Fulvio Lucisano, il regista Carlo Carlei e l’attore protagonista Luca Zingaretti. Curti con tristezza, poichè a dicembre per termine contrattuale non farà più parte della Film Commission, ha dichiarato: “In questi tre anni con la Fondazione Calabria Film Commission, ho lavorato con un eccezionale team, che ringrazio, e oggi sono onorato e felice di aver convinto il produttore Lucisano a girare la fiction in Calabria e non in un’altra Regione. Lascio a questa Regione una pellicola che non è altro che il biglietto di arrivederci ad un gruppo di lavoro con il quale ho condiviso successi, emozioni e tanta fatica. Ma ci vedremo ancora per altre operazioni cinematografiche che gireremo qui. Certo, in Calabria non c’è molta forza lavoro anche se esiste un progetto da me promosso Officina forza Calabria che non ha avuto la giusta attenzione da parte di alcuni assessori regionali. Forse, a chi verrà dopo di me, il cantiere Cinema Calabria potrà partire avendo però le risorse”.
La trama del film tratta dall’omonima opera letteraria di Mimmo Gangemi, mira alla rivalutazione del territorio reggino, risaltandone le bellezze paesaggistiche e storiche. Questo incarico è affidato a importanti autori della sceneggiatura come Carlo Carlei (che firma anche la regia) Domenico Rafele, Giancarlo De Cataldo e Monica Zapelli. L’attore Luca Zingaretti nei panni del giudice Alberto Lenzi, è affiancato dalla moglie Luisa Ranieri, insieme all’attrice tedesca Felicitas Woll, Gioele Dix, Maurizio Marchetti, Gaetano Bruno, Dario Aita e Paolo Briguglia. Felice di girare in Calabria perché patria che ha dato origini al padre, il produttore Lucisano che nel “rileggere il libro di Gangemi ha rivissuto i luoghi dell’infanzia, afferma che “Tutto il film sarà girato in Calabria eccetto alcune scene che saranno riprese a Colonia, in Germania. Di certo, prenderemo le maestranze locali anche se ce ne sono poche e parecchi attori vengono da Roma”. L’autore del libro, Gangemi, soddisfatto ha asserito: “sono felice che la mia creatura vada a finire sugli schermi televisivi con il clou degli attori italiani, una preziosa regia, ma soprattutto che sia ambientata in una grande terra come la Calabria. Credo che il film sia un’occasione di riscatto per questa terra e, spero, che si tolga una volta per tutte lo stereotipo negativo che si è creato su di essa”.
Il regista Carlei ha spiegato che “È una storia di redenzione che parla di uomini che fanno scelte sbagliate e che stanno al di là della linea della legalità e uomini che scelgono di stare sulle linee della giustizia. Dopo undici anni di carriera il magistrato Lenzi è un uomo indolente, donnaiolo, amante della bella vita, sempre pronto a scansare le inchieste più spinose, ma fortunatamente le cose cambieranno e il giudice meschino si getterà anima e corpo in un’inchiesta ad alto rischio” ‒ e ancora ‒ “I luoghi che ho trovato qui, non li ho visti nemmeno a Barcellona. (Molte saranno le location cittadine che vedremo nella fiction: il centro storico, Villa San Giovanni, Sant’Elia, Palmi, Serro Valanidi, Arasì). Spero che per Reggio Calabria si risolva questo stato di impasse che ha portato al Commissariamento e che questa città torni ad essere amministrata nel modo che merita. Sarà importante raccontare la storia di un uomo che ha perso la fede della sua professione ma con la morte di un suo collega magistrato gli si scatena qualcosa dentro che gli fa tornare la voglia di combattere l’illegalità. In Luca Zingaretti ho subito visto il protagonista e, in tempi record, dopo un incontro ad agosto scorso in dieci mesi siamo entrati in pre-produzione”.
Luca Zingaretti ringraziando i calabresi per l’affetto, l’ospitalità e l’attenzione dimostrata a lui e alla moglie, Luisa Ranieri, protagonista femminile nella fiction e che torna sul set con il compagno di vita dopo nove anni dall’ultimo film, ha detto: “Passeremo questo mese e mezzo in Calabria lavorando a un progetto che ci appassiona molto e poi, le fiction che vengono dalla letteratura forniscono buon materiale su cui poter lavorare. È una storia ricca di elementi, di chiaro scuri, di situazioni personali che appassioneranno il pubblico. L’unico nostro rimpianto in questa full immersion di lavoro, sarà vedere la gente a mare su queste vostre splendide spiagge e non potersi fare un bagno. Spero di ricambiare la vostra accoglienza restituendo a questa terra la sua vera immagine. Io non ho fatto solo Montalbano, ma ho portato a termine tanti progetti perché amo il mio lavoro. Il commissario Montalbano è un prodotto Rai venduto in tutto il mondo, e il successo di un personaggio non disturba o nuoce all’attore se questo sa interpretare anche altri ruoli. E se io non ho avuto alcun problema, vuol dire che ho saputo raccontare tante cose. Il commissario Montalbano e il giudice Lenzi non hanno nulla in comune, le loro storie sono totalmente diverse”.
Infine, il Governatore della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, dopo aver ringraziato Lucisano per la fermezza dimostrata “rincorrendomi per illustrare il suo prezioso progetto e, da buon calabrese ha mostrato grande interesse per la nostra terra”. Al contrario il Governatore all’inizio era contrastato da un certo “scetticismo a finanziare questa pellicola ma, alla fine, ha prevalso l’impegno del produttore che ha voluto far conoscere il nostro territorio e mostrare uno spaccato di questa Regione sconosciuta ancora oggi, a tanti” ‒ E conclude ‒ “Stiamo vivendo un periodo particolare, molto difficile, ma questo film rilancerà l’immagine della nostra città. Il vero successo di questa pellicola sono i calabresi che hanno saputo fare squadra, hanno creduto in un progetto ma, soprattutto, hanno voluto trasmettere un messaggio positivo, perché la Calabria non è solo ‘ndrangheta”.

Redazione

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