ROMA- L’ultimo “check up Mezzogiorno”, cioè lo Studio di Confindustria sull’Unione europea per il Mezzogiorno, dimostra che i primi segnali di fiducia nel futuro prossimo possono essere vanificati da carenze strutturali e da difficoltà con il credito.
Questo “check up Mezzogiorno” è il report presentato dalla Commissione Mezzogiorno di Confindustria e dal vice presidente per il Mezzogiorno Alessandro Laterza al Ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, non credevo potesse aprire uno scenario tanto grave da annullare ogni prospettiva di crescita.
Il risultato del report appare adir poco drammatico con riferimento al primo trimestre 2013: al sud hanno chiuso i battenti 50 mila imprese durante questo periodo di recessione e sono venuti a mancare altrettanti e oltre posti di lavoro. Se questo è il risultato del primo trimestre del 2013, si poteva mettere mano all’utilizzazione dei fondi europei 2007-2013 molto tempo prima, riprogrammando i progetti già presentati, che non hanno avuto l’incidenza indicata dall’ex ministro alle politiche dell’Ue Fabrizio Barca.
2.- Il discorso non si ferma ai fondi strutturali dell’UE, perché va oltre e si attesta sui due miliardi di euro destinati ai siti monumentali, archeologici, paesaggistici e turistici della Calabria e che l’UE da sei anni mette a disposizione del patrimonio culturale calabrese. Ora, se questi fondi fossero stati utilizzati, essi avrebbero contenuto i danni provocati dalle piogge torrenziali cadute sulla piana di Sibari e non avrebbero fatto saltare gli argini del fiume Crati, facendo diventare una palude templi, teatri e palazzi che furono lo splendore della Magna Grecia.
Questa è anche l’occasione per capire che neppure un’eurodeputata italiana conosce i fondi che l’Europa ha messo a disposizione per la tutela del patrimonio culturale calabrese, perché questa stessa europarlamentare ha chiesto, piccata, cosa intendesse fare l’Europa per soccorrere le meraviglie della Calabria. La risposta del Commissario agli Affari regionali Johannes Hahn è stata molto secca: “ Potete domandare gli aiuti per le catastrofi”, oppure “ Cominciare ad usare le centinaia di milioni di euro che da sei anni l’UE ha messo a disposizione del patrimonio culturale calabrese”, un tesoro dimenticato, non solo dall’eurodeputata, ma anche da parte del presidente della Regione, al quale era stato demandato il compito di gestire questo tesoro, che poteva salvare la piana di Sibari e mettere al sicuro tanti altri monumenti, solo che quel tesoro fosse stato utilizzato, e non usato nella misera entità del 16%.
Quanto è accaduto a Sibari è lo specchio della “ debacle di questo paese”, che, pur divorato da una delle più gravi crisi economiche, non riesce, per inefficienza, a sfruttare le opportunità offerte dall’UE e a spendere i fondi destinati allo sviluppo regionale che l’Europa garantisce a fronte dell’impegno economico italiano.
3.- Nel settennio 2007-2013 l’Europa ha messo a disposizione 2 miliardi di euro per cultura e turismo: una miniera d’oro, non utilizzata, mentre monumenti, chiese e musei cadono a pezzi:ed invece potevano essere visitati da carovane di turisti di tutto il mondo.
Sennonché, i presidenti delle regioni del sud lasciano che gioielli d’arte come Pompei si sbriciolano e capolavori come i bronzi di Riace restino praticamente inaccessibili.
Ora non c’è chi non veda la necessità di intervenire su regioni ed enti locali, perché questi fondi non restino nel cassetto, ma siano correttamente impiegati per la cultura ed il turismo.
Né si possono lasciare al loro destino di inefficienza i fondi strutturali non spesi, che debbono essere implementati sul territorio ed impiegati secondo il metodo dell’ex ministro alle risorse comunitarie Fabrizio Barca.
4.- Le regioni del mezzogiorno sono i campioni della non spesa, delle occasioni mancate, ma quando spendono sono i campioni dello spreco.
Cominciamo con il dire che i finanziamenti garantiti all’Italia per il rilancio dello sviluppo dal 2007-2013 sono un pacchetto di oltre 60 mld di euro destinati a progetti strategici per il territorio, ma tutto fu cancellato, perché tutto fu dirottato sulla” Promozione dell’efficienza energetica”.
Ora ci si chiede se le regioni della coesione economica hanno speso il 50% dei 60 miliardi di euro assegnatole per il periodo 2007-2013, come è stato speso l’altro 50%?. Qualcuno ha detto che questo 50% è stato impegnato in una fiera delle vanità, quando non fu in una fiera delle banalità: sagre paesane portate in giro per l’Europa e il mondo, piccoli interventi riproposti da venti anni senza alcun risultato, senza dimenticare le frodi vere e proprie: tipica quella dell’imprenditore siciliano che ha intascato dall’UE 1,5 milioni di euro per un fantomatico “ museo del gioiello” che non ha mai visto la luce.
Se c’è chi riceve tanto, c’è anche chi riceve poco, come il Friuli Venezia Giulia, a cui è stato destinato poco più di 1 mln di euro, e non è riuscito ad intervenire sui resti di Aquileia, capitale del Nord Est e “madre” di Venezia a cui non è andato un centesimo e la direttrice del museo archeologico ha dichiarato: “ Abbiamo difficoltà anche solo a garantire la manutenzione programmata”, come dire a chi tanto e non spende (come i duemiliardi della Calabria), e a chi quasi nulla.
5.- Se l’utilizzo dei fondi strutturali procede con questo ritmo, resta difficile per le imprese del Sud agganciare l’imminente crescita economica, così come è difficile sostenere le dinamiche creditizie fortemente negative, mentre gli impieghi nel Mezzogiorno continuano a scendere 8 miliardi in meno nel 2012, i crediti in sofferenza sono ormai arrivati a 30 miliardi, pari al 10,4% del totale.
Così si allarga la forbice della produzione e dei redditi tra nord e sud, anche se restano decisivi i fondi UE e la sfida è spendere i trenta miliardi non spesi del settennio 2007-2013, che debbono essere rendicontate entro la fine del 2015.
Ben tutti sanno: sindaci e giunte locali, autorità manageriali addette a diversi settori della vita locale che bisogna rispondere all’impiego più attento sul territorio dei fondi strutturali, anche perché la crisi economica del mezzogiorno d’Italia si riflette pesantemente sulla società civile con un alto tasso di disoccupazione.
6.- Bisogna ancora dire che la sfida per l’impiego dei fondi nelle regioni del Sud diventa sempre più decisiva anche in termini di occupazione, che al Sud scende continuamente con picchi molto bassi.
Secondo Confindustria i fondi strutturali europei sono una fonte finanziaria cruciale in questa fase in cui il governo di Enrico Letta chiede a gran voce di utilizzare questi fondi che non debbono essere sprecati, in particolare nelle regioni del Sud.
Non è dubbio che la strada da seguire è quella dell’accelerazione e della riprogrammazione intrapresa dall’ex Ministro Fabrizio Barca, e oggi perseguita dal Ministro Carlo Trigilia.
In questa ottica di una più frequente presenza nel Mezzogiorno d’Italia della task force addetta all’impiego dei trenta miliardi del settennio 2007-2013, cui si aggiungono i 28 miliardi di fondi strutturali della programmazione 2014-2020, senza contare il cofinanziamento nazionale che andrà associato al primo, per cui, di questi 28 miliardi, 20 riguarderanno le regioni del Sud, che non potranno non spendere questo fiume di danaro per il rilancio economico del Sud del paese.
Ora, se si considerano le condizioni di sottosviluppo in cui versano le regioni del Sud, la proposta del Ministro della Coesione Territoriale Trigilia di un’agenzia o una cabina di regia nazionale che aiuti le regioni ad accelerare la spesa, è una proposta sicuramente vincente, sulla quale bisogna insistere.
di Fiorenzo Grollino
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