ROMA- “Io penso che il Paese avrà nei prossimi mesi, non so quanti, uno shock economico. Uno shock che potrebbe portare a una ridefinizione della rappresentanza politica oppure a uno spostamento della politica da problemi politici a problemi di carattere sociale: disordini, rivolte. Quindi qualcosa che non può essere dominato dalla politica. No, una guerra civile no. Sicuramente delle situazioni difficilmente controllabili dal punto di vista dell’ordine pubblico. Il Paese ha bisogno di una svolta e questa svolta tarda a venire mentre l’economia continua a peggiorare sensibilmente – ha detto pochi giorni fa il gurù del M5S Casaleggio”.
Non sono mai stato d’accordo con le affermazioni di Casaleggio, ma questa volta devo concordare con le sue. La situazione qui è tremendamente complicata, nessuna forza politica sarebbe in grado di contenere la disperazione di un popolo intero. Questa disperazione arriverà soltanto quando i privilegiati della pubblica amministrazione non saranno più pagati. Finora gli unici che possono ancora fare qualcosa sono solo i dipendenti pubblici, perché lo stato, attraverso i debiti che fa ogni mese, continua ad erogare stipendi. Purtroppo un paese non può vivere di soli debiti, quindi il momento dello stop deve arrivare. Il debito pubblico è una emorragia che deve fermarsi, altrimenti come tutte le emorragie si finisce per morire.
Quindi Casaleggio non si è sbagliato, ha dato un accenno di previsione a quello che può succedere. Non si rinnova un paese continuando a prendere in giro i cittadini con provvedimenti tamponi. Ci vuole tanto coraggio, mettere in campo provvedimenti impopolari ma d’effetto. Il primo fattore è la diminuzione delle tasse. Secondo, impedire che i comuni continuano a distruggere l’esistenza dei cittadini con una imposizione fiscale esagerata. Terzo, creare tutte le condizioni per mettere le Pmi di continuare a vivere e far riaprire quelle chiuse. Quarto, chiudere Equitalia, tanto l’evasione è in mano alle mafie e possono essere scovati facilmente, i cittadini comuni non c’entrano niente. Ci sono cose serie da fare, ma ci vuole coraggio, il paese ha bisogno di rappresentanti che sappiano avviare procedure che siano lontane dagli obblighi europei. Ci vuole uno shock economico per rimettere in moto una macchina senza più carburante. In Italia non c’è più lavoro, senza lavoro non c’è più ricchezza per il paese oltre a non esserci più la dignità per i cittadini.
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