È il periodo peggiore per la politica italiana. Gli ultimi 30 anni hanno aggravato il rapporto tra politica e cittadini. C’è un distacco impressionante. Oggi si vive un rapporto malvoluto tra il popolo elettore e la politica eletta. Tutto quello che è stato fatto dopo la fine della seconda guerra mondiale, è stato distrutto dalle nuove leve della politica italiana. L’occupazione del parlamento sempre dagli stessi attori, ha portato a determinare la divisione che si vive oggi.
C’è una società divisa a metà, dove c’è chi vive bene e chi invece deve affannarsi per vivere. È stata costruita un’Italia senza lavoro stabile. Quello che ha permesso alla nazione di progredire e di uscire dalle macerie della guerra. Il lavoro vero è diventato un recinto ristretto dove difficilmente ci si può entrare.
I giovani non possono più costruirsi il futuro. Davanti hanno la nebbia fitta che gli impedisce di capire dove stanno andando. Se prima un giovani a 25 anni metteva su famiglia, oggi si arriva a 35-40 anni per costruire un nuovo nucleo familiare. Vivono nell’incertezza più totale. Proprio sul lavoro la politica ha fatto le peggiori leggi, tanto che oggi le condizioni lavorative sono peggiorate e non migliorate. Tuttora la politica non trova una via d’uscita al malessere che si è sviluppato nel paese. Tutto rimane fermo al palo, tranne avere continue instabilità politiche che trascinano il paese a cambiare di continuo governi. Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito solo ad una cattiva politica, per il resto il paese non progredisce di un centimetro.