Quel dolce caffè

Tanti mesi a sentirci per telefono, finalmente era giunto il momento d’incontrarci. Avevi interrotto il tuo viaggio per trascorrere due ore con me. Il tempo era poco, tanto da bastare per poterci vedere da vicino. “Ci vediamo domattina alla stazione di Chiusi, ti aspetto”. Un messaggio coinciso la sera prima aveva agitato la notte. Non vedevo l’ora che facesse giorno.

Quel dolce caffè

Tanti mesi sentendoci per telefono, finalmente è giunto il momento d’incontrarci. Interrompevi il tuo viaggio per trascorrere due ore con me. Il tempo era poco, ma sufficiente per poterci vedere da vicino. “Ci vediamo domattina alla stazione di Chiusi, ti aspetto”. Un messaggio coinciso che ha agitato un’intera notte. Non vedevo l’ora che facesse giorno. Avrei conosciuto di persona un soggetto che conosco solamente in foto e ho tante volte accarezzato la dolce voce. C’è stato qualcosa di più importante all’inizio della nostra conoscenza, due mesi belli, dall’altra parte del telefono una donna che mi amava. Si Rosy, era troppo bello il tuo amore. Ma il mio cuore era ancora intrappolato in un passato credibilmente crudele. Forte, troppo forte da poter superare. Ero rimasto intrappolato sotto un cumulo di macerie sentimentali, che procuravano enorme dolore. Avevi alleviato, con la tua presenza, quelle sofferenze iniettando nell’unico spazio rimasto l’ossigeno giusto per continuare. Ero cosciente. Ma non ero cosciente che quel buio lacerante continuava a girarmi intorno, non lasciava vedere la luce che emanava il tuo cuore, viva, bella, piena di calore. Continuavo ad avere paura di un sentimento naturale e bello prodotto dalla tua presenza. La paura avvolge ogni istante, mi travolge trasportandomi lontano con la mente, quasi voglioso di sparire nel nulla, pur di non confrontarmi con un nuovo amore. Il dolore delle macerie è troppo forte, il timore di ritrovarmi sotto un nuovo cumulo di macerie e, questa volta, non ci fosse nessuno ad iniettare l’ossigeno giusto per farmi sopravvivere, mi fa ancora più paura.
Entro nella stazione con un margine di ritardo esiguo. Mi giro intorno in quella piccola stazione semideserta. Non riesco a vederti, eppure eri già lì. Faccio uno squillo. Una mano mi saluta da molto lontano. Ti vedo per la prima volta. Mi avvicino a passi lenti per non far passare il tempo. Ti ammiro. Ti guardo con immenso stupore: “Come sei bella”. Una stretta di mano cordiale rompe il ghiaccio. Subito sfoci un sorriso meraviglioso mentre io osservo con ammirazione il tuo essere donna. Vuoi un caffè, chiedo. Sì certo, rispondi sempre con il sorriso sulle labbra. Entriamo nel bar della stazione chiedendo due caffè. Sorseggio un caffè reso dolcissimo dalla tua presenza. Avrei fatto qualsiasi cosa per poterti accarezzare senza timore. Capii in quell’attimo quanto ti avevo amato, o forse ti amavo ancora più di prima. Un piccolo sguardo fuori alla stazione per ammirare il panorama, poi di nuovo dentro. Sono trascorsi venti minuti, ne mancano altri 80 all’arrivo del nuovo treno che ti porta via da me. Voglio stringerti, lo desidero tanto. Ho timore di una tua reazione, ma alla fine decido di rischiare. Cingo le mie braccia intorno al tuo corpo tirandoti a me, dura pochi secondi, ma è solamente l’inizio. Quel piccolo approccio mi dà coraggio. Sono emozionato, l’emozione mi gioca brutti scherzi. Tremo di felicità. Tremo perché ho superato la tensione che sentivo dentro per una reazione negativa da parte tua. Poi tutto diventa più semplice. Una passeggiata lungo il marciapiede della stazione tenendoti sotto braccio. Di tanto in tanto strofinavo il braccio suoi tuoi seni belli, sodi, meravigliosamente piacevoli. Ti stringo di nuovo, questa volta dura molto più di pochi secondi. Vorrei baciarti, ma tu non lo permetti. Ti riabbraccio, questa volta ti bacio sul collo, accarezzo la tua pelle e il mio cuore vibra di emozioni. Che strana la vita. Ho avuto paura di andare avanti, invece in quel momento stavo bene con te. Manca poco, annunciano il tuo treno. È passato tutto così in fretta, veloce, non mi ha dato il tempo di provarci di nuovo e tentare di ottenere quel sospirato bacio, niente, il tempo è tiranno. Quando stavo per perderti, capii che in fondo, in quei due mesi di conoscenza, ho amato una donna stupenda. Unica. Credo che anche in te si è fermato uno strascico d’emozioni che ti accompagnano per sempre. Non può essere diversamente, quando ti ho tenuta stretta anche tu scioglievi il ghiaccio che c’era nel tuo cuore. Sono poco due ore, con un tempo maggiore sicuramente sfioravo le labbra assaggiando il calore del tuo amore. Eccolo, è arrivato questo maledetto treno, esclamai dentro di me. Adesso me la porta via, e chissà se la rivedrò mai più. Salivi, il mio cuore diventa triste. Ti presi per una mano nell’ultimo disperato tentativo di dirti qualcosa: “Lo so, è difficile saper scegliere, ma apri il tuo cuore, e in un angolo sperduto inserisci il mio essere insieme alle mie paure. Fa di quell’angolo il posto riservato solo a me, perché ti voglio bene davvero, e non immagini quanto”.
Ti vedo camminare nel corridoio del treno cercando di catturare ancora l’ultimo attimo di te e di quello che avevi regalato, per te era niente, per me è stato tanto. Dispiace che tu non l’abbia capito. Dispiace che non hai capito tanto di me. Dispiace che non hai capito l’amore che sentivo all’interno del mio cuore quella mattina. Dispiace che non hai capito che bastava un’ora in più, ed io ti avrei amata tanto, perché sentivo di amarti. Dispiace essere ancora deriso da te, come avvenne poco dopo, ma i sentimenti veri e puliti non meritano fraintendimenti, meritano di essere ricambiati allo stesso modo di chi ti ama. Certo ho sbagliato, ma si sbaglia quando si ha paura, quando il cuore è trafitto e diviso a metà da un fulmine che né ha lacerato i tessuti, ma tu questo non puoi capirlo. Forse un giorno capirai, e puoi capirlo saltando quando ti innamori e poi il cuore viene infranto per sempre. Non da un semplice amore, comune, il cuore si chiude per sempre quando si tratta di un amore vero. Gli amori veri sono unici e rari, arrivano sempre nel momento sbagliato, ma se arriva, la persona colpita diventa vittima indifesa. Ci sono tanti amori in giro, molti di essi sono falsi amori, diventano affetto col tempo. Le emozioni vere le procura un nuovo amore e con esso nuove emozioni, e sono quelle che restano per sempre più del falso amore. Vado via portando con me il sapore di quel dolce caffè preso in tua compagnia in quella piccola stazione di provincia. Un dolce caffè mai più ho assaggiato.
Il racconto è frutto della fantasia dell’autore, ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale.