Sotto le macerie del Terzo Polo

ROMA-Casini ha dato una giusta definizione del terzo polo dopo le amministrative: “È Finito sotto le macerie”. Forse in questi mesi c’è sta tanta ingenuità da parte di Casini, Fini e Rutelli, nel credere che gli italiani sono ancora così stupidi da cascare nelle chiacchiere illusorie di chi fa politica da quarant’anni e fa parte di quel paniere politico che ha causato il disastro. Il più ingenuo è stato Casini, che non ha ben compreso che la politica del doppio forno non premia per niente, anzi, illude. Stesso vale per Fini, che con Fli non ha decollato, anzi, l’apparecchio non si è proprio mosso dalla pista. Stesso discorso per l’Api di Rutelli, anche in questo caso i voti sono stati quasi una fetta di mortadella si una mezza fettina di pane. Troppo pochi per tutti.
Così Casini leggendo i dati elettorali si è reso conto che gli alleati non possono essere forza trainante di quel progetto terzo polo tanto osannato in questi ultimi mesi. Dopo la tornata elettorale il bel Pier Ferdinando ha dovuto prendere atto che il progetto è finito sotto una montagna di macerie difficili da eliminare. Adesso, Casini, pensa ad una pausa di riflessione per rimettere in ordine le idee. Ed ha ragione: Grillo pressa la scena politica da dietro le spalle dei partiti storici, quindi bisogna cambiare strategia se non si vuole rimanere azzerati dal ciclone Cinque Stelle. Ormai il segnale lanciato dagli italiani è chiaro: non c’è più spazio per le chiacchiere, e non c’è nemmeno più spazio per coloro che hanno affossato l’Italia. E siamo solo all’inizio di una strada che farà cambiare gli assetti politici di questo paese.