ROMA-E´ una fredda notte di un venerdì di gennaio, le pattuglie della Squadra Volante della Polizia di Stato sono, come di consueto, in servizio per le vie del centro per osservare i giovani che si divertono nelle ultime ore di movida prima di rincasare. Alle ore 3.10 doppia-vela chiama. Francesco, capoturno esterno, risponde. La sala operativa comunica che i Vigili del Fuoco hanno chiesto aiuto, sono in difficoltà per l´evacuazione di un palazzo del centro dove, in un appartamento al primo piano, è divampato un incendio che rischia di propagarsi per tutto l´edificio. Ci sono dodici famiglie intrappolate e disorientate dal fumo che pervade la tromba delle scale.
Francesco, non ci pensa due volte, sa che ogni secondo è prezioso in questi casi, dice a Rosario, suo autista, di mettere in moto, contatta Massimiliano via radio, suo collega gli urla: “Tu sei più vicino, vola! Lampeggiante e sirena, ci vediamo lì!”. Dopo appena 3 minuti: Francesco, Massimiliano, Rosalio e Raffaele sono lì sotto. Le fiamme sono alte escono sin dalle finestre dell´appartamento, alcune famiglie sono già riuscite ad uscire fuori, “Le altre, dice il caposquadra dei Vigili del Fuoco, sono intrappolate agli ultimi piani disorientate dal fumo, noi stiamo cercando di domare l´incendio”. Francesco capisce subito cosa deve fare, bisogna arrivare agli ultimi piani per soccorrere chi è rimasto bloccato. I ragazzi entrano nell´androne. Il fumo è denso, l´aria è irrespirabile, l´ascensore, chiaramente, non può essere utilizzato. Si sale a piedi, ci si fa strada con le torce e si bussa casa per casa. Al quarto piano mamma e figlio di 8 anni hanno bisogno di aiuto per scendere, Raffaele si presta subito per accompagnarli fino al piano terra. Sono salvi. Francesco, Massimiliano e Rosario continuano a salire facendosi largo in mezzo al fumo. Al quinto piano sull´uscio di una porta, una donna grida aiuto. E´ una giovane collaboratrice domestica. Ha bisogno di aiuto per l´anziana signora che assiste Caterina, 83 anni, mente lucidissima, comprende tutto quello che le sta accadendo intorno, ma non ce la fa fisicamente a sostenere una discesa per le scale con quel fumo. Non c´è tempo per una barella, il rischio è di rimanere intossicati. Francesco non ci pensa un secondo, decide di metterla sulle spalle. Rosario, da dietro, gli dà una mano mentre Massimiliano fa luce e strada. E così giù per cinque, interminabili, rampe di scale. Alla fine di queste 5 rampe, arrivati all´ingresso, Francesco ormai stremato sorride, può affidare Caterina ai medici del 118, che se ne prenderanno cura. Il palazzo è evacuato, le 12 famiglie si contano tra di loro, non manca più nessuno all´appello, la missione è compiuta! Sono le 3.20, le fiamme sono domate ma il fumo è ancora nei polmoni, la divisa ormai è più nera che blu, e Francesco Massimiliano Rosario e Raffaele, finalmente, si adagiano sul cofano della Leon. Cercano di recuperare il fiato, Massimiliano ha pure il coraggio, dopo tutto, di accendersi una sigaretta. Rosario lo guarda e gli fa, con accento che tradisce le sue origini messinesi, “Senti fratè, ma ti pare `u caso?”. E scatta la risata collettiva. L´adrenalina è passata, ci si guarda negli occhi e, senza dire una parola, ci si dice: ben fatto!
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