Categories: Cronaca

Campania, Puglia, Calabria, Sicilia: COLLASSO SUD

ROMA-Caldoro, Vendola, Lombardo, Scoppeliti, dovrebbero unire le forze, abbandonare le posizioni politiche, e capire che il sud è al collasso. Quattro governatori che rappresentano quattro regioni dove ormai il lavoro non esiste più. Mentre il premier Monti cerca di tutelare l’esistenza della sua creatura euro, il sud per colpa dell’euro sta morendo.
Siamo in presenza della più totale arrogante e deficienza politica del dopoguerra. Una politica che non riesce a comprendere le difficoltà che stanno attraversando i cittadini del sud in questo momento. Difficoltà che dipendono maggiormente dalla mancanza di una certezza lavorativa sia per i giovani sia per i padri. Un vortice che rischia di trascinare tutto quello che si trova davanti con una massiccia protesta alimentata dalla disperazione collettiva. Eppure questi quattro governatori continuano a sorridere ai loro partiti, continuano ad elogiare la politica fatta da Monti che sappiamo benissimo essere solamente distruttiva. Da quando c’è Monti al governo l’Italia sta facendo più debiti di prima. Con Monti il lavoro continua a perdersi, con Monti le tasse sono diventate esagerate e insopportabili. Il sud sta pagando a caro prezzo la politica d’appoggio del Pdl, Pd e Udc con terzo polo, che sembrano i burattinai del teatrino della vergogna.
Il sud è al collasso: non c’è lavoro, non ci sono servizi, non c’è sviluppo, persiste l’esistenza dell’azienda più grande d’Italia: la mafia. Al sud c’è il peggio del peggio dal dopoguerra, eppure si continua a chiedere risorse economiche ai cittadini per ripianare i debiti causati dai politici. Sia il caso che questi quattro governatori impongano al governo le regole per il sud, altrimenti la guerra che ha pronunciato Monti, per il sud sarà una vera guerra: così non si può più andare avanti, i cittadini del sud stanno rischiando tutto per correre dietro alle tasse imposte dal governo centrale, dai governi regionali, comunali e provinciali. Non si tratta più di discutere, ci vogliono fatti concreti, altrimenti l’esasperazione porterà ad una guerra vera tra stato e popolo. quando non c’è lavoro si alimenta la miseria, e con la miseria c’è poco da scherzare.

Redazione

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