“Charlot: la grazia malinconica di una maschera del Novecento”In evidenza

“All’ inizio Charlot simboleggiava un gagà londinese finito sul lastrico . Lo consideravo soltanto una figura satirica . Nella mia mente , i suoi indescrivibili pantaloni rappresentavano una rivolta contro le convenzioni , i suoi baffi la volontà dell’uomo , il cappello e il bastone erano tentativi di

“Charlot:  la grazia malinconica di una maschera del Novecento”In evidenza

“All’ inizio Charlot simboleggiava un gagà londinese finito sul lastrico . Lo consideravo soltanto una figura satirica . Nella mia mente , i suoi indescrivibili pantaloni rappresentavano una rivolta contro le convenzioni , i suoi baffi la volontà dell’uomo , il cappello e il bastone erano tentativi di dignità e i suoi scarponi gli impedimenti che lo intralciavano sempre” . Con queste parole Charles Spencer Chaplin , meglio noto ai cinefili come Chaplin , descriveva nel 1936 la sua celebre maschera di vagabondo trasognato . Nato il 16 aprile del 1889 ad East Sreet , nel sobborgo londinese di Walworth avvertì sin da bambino il richiamo della musa del teatro , poiché il padre Charles Chaplin Senior recitava come guitto in spettacoli di varietà e la madre Hannah Harriette Hill si dilettava nel canto. Un ‘infanzia difficile , quella di Chaplin , trascorsa insieme a su fratello maggiore Sidney tra il palcoscenico e i drammi familiari : la morte del padre dedito all’alcolismo, le turbe psichiche e i numerosi ricoveri in ospedale della madre , la periodica permanenza in collegi e in istituti per orfani. In questi anni bui la recitazione e la musica accorsero in aiuto del giovane Chaplin che scoprì la realtà del circo e la possibilità di comunicare ed esprimersi senza ricorrere al linguaggio verbale . Entrò a far parte di una compagnia di circensi che scritturò anche suo fratello : i due collaborarono alla realizzazione di pantomime , tutte rigorosamente interpretate da Chaplin. La sua arte mimica si affinò a tal punto da trasformarlo in un virtuoso , capace di trasmettere al pubblico una vasta gamma di emozioni usando i muscoli facciali con controllata padronanza . Fu così che Chaplin abbandonò l ‘Inghilterra per rincorrere il sogno americano. Allora , arrivò il cinema muto : arrivò Charlot . Nel 1914 il vagabondo dall’aria svagata , con la bombetta , i baffetti neri e il bastone di bambù fece la sua comparsa sugli schermi con il cortometraggio : “ Charlot si distingue “. Seguiranno ancora altri film di breve durata e la trasmigrazione da una casa di produzione cinematografica all’altra fino al 1921 , anno in cui Chaplin lavorò al film : “ Il monello” che lo consacrò come stella del firmamento hollywoodiano . Al fianco del fratello, divenuto nel frattempo produttore , inanellò una serie di successi : “ La donna di Parigi “ nel 1923, “ La febbre dell’oro “ nel 1925 e “ Il circo “ nel 1928. Il 1929 , fu per Chaplin l’anno della vittoria del primo degli Oscar assegnatigli dall’ Accademy Awards e l’anno in cui affrontò la sfida del sonoro vincendola grazie al film girato nel 1931 : “ Le luci della città” . Fu a partire da questo film che Charlot da maschera si tramutò in personaggio , da goffo e imbranato vagabondo si tramutò in omino malinconico dai modi raffinati e gentili , in emarginato dal mondo , in un perdente che oppone con tenacia alla perfidia e al cinismo dell’umanità ,la sua anima poetica e ingenua. Tenera e delicata è la storia dei suoi protagonisti : un vagabondo abitante della città di Pace e Prosperità e una fioraia cieca . La forza della loro generosa innocenza che li rende personaggi fragili ,esposti alla violenta derisione della società, riuscirà a sconfiggere l’ottusità e l’insolenza del più gretto materialismo dimostrando che la vera cecità è quella di chi vede ,ma non riesce a guardare con gli occhi dell’anima. Presto , però l’ ottimismo di questa favola metropolitana lasciò il posto all’amarezza di film-denuncia quali : “ Tempi moderni “del 1936 e “Il grande dittatore” del 1940. Chaplin infatti ,rivolse la sua attenzione di regista all’orizzonte della fabbrica e alla logica del capitalismo moderno che sostituiva agli uomini le macchine trasformandoli in automi alienati e agli albori dell’entrata degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale , non esitò a mettere alla berlina il dittatore nazista Hitler e i suoi deliri sulla purezza della razza ariana affidandosi al registro grottesco della satira , ma Charlot era sparito dalle scene : non c’era più posto per lui e per uomini come lui propensi al bene e per questo vittime sacrificali di un odio demoniaco. Tra gli anni cinquanta e gli anni settanta , quindi, ebbe luogo la seconda vita artistica di Chaplin dopo una lunga assenza dagli schermi determinata dalla morte del : “ Solo vero amico che abbia mai avuto “. Ancora cinema e regia da “ Le luci della ribalta del 1951 interpretato assieme ad un altro mattatore del cinema muto : Buster Keaton a “ La contessa di Hong Kong del 1966 , suo ultimo e unico film a colori . Ancora la recitazione che si intrecciò a l’altra attività di compositore musicale ; ancora un Oscar , ma la sua vena creativa risultò offuscata e definitivamente affievolita . Nel 1952 le accuse di filo-comunismo mossegli dal governo statunitense a causa della sua evidente simpatia per i deboli , lo costrinsero ad espatriare con la sua quarta moglie e i suoi otto figli in Svizzera , a Corsier sur Vevy dove morì la notte di Natale del 1977. A proposito del processo creativo il due volte Cavaliere, nonché cineasta, più influente del ventesimo secolo così sentenziò : “ Ricerco un contrappunto di grazia e delicatezza , che esprima il sentimento , senza il quale l’opera d’arte è sempre incompleta” .