Gio. Mar 23rd, 2023

Domani è l’8 marzo, e come ogni anno iniziano le parate per ricordare la festa della donna e i vari soprusi che esse subiscono. Nei paesi occidentali dove regna la democrazia sono più parate e una festa per festeggiare che dura un giorno, il giorno dopo torna tutto come prima. Ma in molti paesi sparsi nel mondo le condizioni delle donne sono spaventose. Infatti come spiega l’Unicef, il numero di ragazze adolescenti e donne in gravidanza e allattamento che soffrono di malnutrizione acuta è salito dal 2020 da 5,5 milioni a 6,9 milioni, con un amento del 25%, nei 12 Paesi più colpiti dalla crisi alimentare e nutrizionale globale.

Afghanistan, Burkina Faso, Ciad, Etiopia, Kenya, Mali, Niger, Nigeria, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Yemen rappresentano l’epicentro di una crisi nutrizionale globale che è stata esacerbata dalla guerra in Ucraina e dalla siccità, dai conflitti e dall’instabilità in corso in alcuni Paesi. Più di un miliardo di ragazze adolescenti e donne soffre di denutrizione (tra cui sottopeso e bassa statura), carenza di micronutrienti essenziali e anemia, con conseguenze devastanti per la loro vita e il loro benessere. Sono alcuni dei dati contenuti nel nuovo rapporto dell’Unicef ‘Denutrite e dimenticate: una crisi nutrizionale globale per le ragazze adolescenti e le donne’ pubblicato in occasione della Giornata internazionale della donna in cui emerge che le crisi in corso, “inasprite dalla persistente disuguaglianza di genere, stanno aggravando una crisi nutrizionale tra le ragazze adolescenti e le donne che aveva già mostrato scarsi miglioramenti negli ultimi due decenni”. “La crisi globale della fame sta spingendo milioni di madri e i loro figli verso la fame e la malnutrizione grave – commenta il direttore generale dell’Unicef Catherine Russell – .Senza un’azione urgente da parte della comunità internazionale, le conseguenze potrebbero protrarsi per le generazioni a venire”.

Nel 2021, le donne che soffrono di insicurezza alimentare erano 126 milioni in più degli uomini, rispetto ai 49 milioni in più (degli uomini) del 2019, una cifra che ha più che raddoppiato il divario di genere nell’insicurezza alimentare.