Scusate: le aziende sono dei proprietari o dei sindacati?
ROMA-Sono uno di quelli che vorrebbe i sindacati messi al bando. Sono la mina sempre con la miccia accesa pronta a farla esplodere contro i proprietari d’azienda. Sindacati che non hanno fatto per niente il bene del paese, anzi, hanno rallentato di molto lo sviluppo attraverso

ROMA-Sono uno di quelli che vorrebbe i sindacati messi al bando. Sono la mina sempre con la miccia accesa pronta a farla esplodere contro i proprietari d’azienda. Sindacati che non hanno fatto per niente il bene del paese, anzi, hanno rallentato di molto lo sviluppo attraverso posizioni che il più delle volte non hanno fatto crescere le aziende. Grandi imprenditori e piccole imprese sempre con il timore di essere attaccati dai sindacati, non hanno investito per paura che l’azienda crescesse ritrovandosi poi con i sindacati a diventare i padroni assoluti dettando leggi ai titolari d’imprese in nome del sindacato.
Il discorso della Fiat di Pomigliano, dove la proprietaria si trova a fare i conti con una sentenza, e avendo una difficoltà di commesse si ritrova a reintegrare degli operai, a questo punto per accontentare i sindacati e i giudici si vede costretta a mettere in mobilità altri operai. La cosa sembra becera, senza dubbio, ma è anche vero che le auto non si vendono e i sindacati italiani difendono gli operai e attaccono le aziende anche quando queste sono senza commesse e non possono mantenere per intero la forza lavoro.
Questo atteggiamento dei sindacati, che dura da ben 50 anni, sta portando molti imprenditori a prendere le distanze dall’Italia. Negli ultimi anni sono tantissimi gli imprenditori, specialmente al nord, cuore dell’industria italiana, che hanno deciso di delocalizzare gli impianti all’estero. Lì trovano un sindacato migliore che difende sì gli operai e rivendica i diritti, ma difende anche l’imprenditore affinché possa assicurare il lavoro. In Italia invece la pressione dei sindacati è diventa asfissiante e porta le imprese a chiudere e non certamente a progredire. Non è un discorso di crisi economica che attualmente avvolge la nazione, ma è un discorso di pressione sindacale che vuole a tutti i costi diritti che oggi non si possono più assicurare. Così facendo ben presto ci ritroveremo con il cuore industriale italiano altrove e il nostro paese non avrà più le aziende che dovranno garantire l’occupazione, e i sindacati dovranno continuare la loro attività senza sapere chi difendere, perché gli operai ci saranno ma le aziende no Ed è quello che sta succedendo alla Fiat, per anni ha chiesto aiuti allo stato per garantire un occupazione che non poteva garantire, e ogni volta che tenta di rimodernare il settore si ritrova i sindacati pronti a difendere privilegi oggi impossibili da mantenere. Allora va all’estero dove trova condizioni migliori e meno pressione sindacale, quindi e meglio che i sindacati si ammodernino anche loro altrimenti anche per loro ci sarà la rottamazione.