L’autonomia regionale ha funzionato. È il governo che ha creato pasticci

Facendo un riassunto dei due mesi dall’epidemia si evidenza la forza che hanno tenuto le regioni nell’affrontare tempestivamente l’emergenza. L’unica regione che desta dubbi e perplessità è la Lombardia, che si è mossa in ritardo seguendo più ciò che voleva e faceva il governo.

L’autonomia regionale ha funzionato. È il governo che ha creato pasticci

Facendo un riassunto dei due mesi dall’epidemia si evidenza la forza che hanno tenuto le regioni nell’affrontare tempestivamente l’emergenza. L’unica regione che desta dubbi e perplessità è la Lombardia, che si è mossa in ritardo seguendo più ciò che voleva e faceva il governo. Si può certificare che l’autonomia regionale ha funzionato, e la guerra intestina tra governo e regioni ha portato le stesse a uscirne vincitrice. Domenica sera l’epilogo di quello che è lo spirito quasi unitario di tutte le regioni a correggere gli errori del governo.
Ad aprire il fuoco contro l’esecutivo è stato Vincenzo De Luca, presidente Pd (partito di maggioranza) della Regione Campania. Il governatore rinvia la riapertura per ristoranti, pub e pizzerie e non firma l’intesa con le Regioni. De Luca incassa il sostegno del leghista Fedriga: “De Luca ha fatto un atto forte ma assolutamente comprensibile rispetto a una situazione che aveva dell’incredibile” commenta a Studio 24 su Rainews24.
Oggi rincara la dose il governatore del Veneto, Luca Zaia, che non va molto per il sottile e attacca il governo sulla gestione dell’emergenza coronavirus. “Credo che abbia dimostrato l’importanza di autonomia delle Regioni – ha detto in un’intervista al Corriere della Sera -. Pensate cosa sarebbe stata questa epidemia se tutto fosse stato gestito da Roma“. Zaia parla di “certi pasticci” fatti dall’esecutivo e, in merito all’autonomia, dice, per noi è “un’assunzione di responsabilità”.
E sì, i pasticci del governo sono stati tanti. Oggi il sindaco di Milano dai microfoni di di Radio 24 manda un consiglio all’esecutivo: “Non voglio apparire irrispettoso ma non è che la compagine ministeriale non possa essere rivista. Io non lo chiamerei rimpasto – ha precisato – io dico a Conte di fare una riflessione su quando il vento diventerà veramente forte se non abbia bisogno di avere i migliori italiani al suo fianco”.
Ma sono gli stessi italiani che bocciano l’operato del governo e dei suoi ministeri. Ormai l’esecutivo non riscuote la stessa simpatia prima del coronovirus. Troppe lacune nella gestione dell’epidemia, a partire dalla tempestività con cui doveva intervenire all’inizio, e poi la parte economica che dal primo decreto ad oggi ha lasciato con l’acqua alla gola chi attendeva un sostegno da parte dello stato. Sentire parlare le imprese di aver anticipato la cassa integrazione ai propri dipendenti dopo che il governo aveva annunciato in pompa magna il tutto, porta il governo verso il ridicolo. Troppi interventi in TV, ma la sostanza, oscurato lo schermo televisivo, non è arrivata.