L’Italia non deve più chiedere soldi in prestito. Arrangiamoci con quello che guadagniamo

Siamo un paese che per sopravvivere ogni giorno deve capire chi può prestargli i soldi. È diventata una grande abitudine usata da chiunque governa. Facciamo un passo indietro, usiamo come metro di misura la famiglia come esempio per lo stato. La famiglia vive su quello che guadagna.

L’Italia non deve più chiedere soldi in prestito. Arrangiamoci con quello che guadagniamo

Siamo un paese che per sopravvivere ogni giorno deve capire chi può prestargli i soldi. È diventata una grande abitudine usata da chiunque governa. Facciamo un passo indietro, usiamo come metro di misura la famiglia come esempio per lo stato.
La famiglia vive su quello che guadagna. Un padre di famiglia, accompagnato dalla propria donna, fanno i conti su quello che entra per portare avanti la famiglia. Anche se compra qualcosa a debito, ad esempio un’auto, un frigo, o qualsiasi cosa indispensabile in quel momento ma non ha la possibilità di comprarlo in contanti, fa i conti con quello che guadagna. Se si rende conto che dopo aver contratto una rata per far bilanciare i conti e deve fare delle rinunce, le fa. Tutto rientra in quello che è l’incasso mensile, e tutto deve rientrare in quel bilancio economico. Se sforasse il baget a disposizione, significa che quella famiglia si ritroverebbe a non avere risorse sufficienti per vivere quotidianamente, oltretutto deve contrarre altri debiti per ripianare i pregressi, e man mano che va avanti lo stipendio non è più in grado di soddisfare le esigenze economiche della famiglia fino ad arrivare al fallimento. Ciò significa che il buon padre di famiglia non ha saputo gestire il suo guadagno ed ha trascinato la sua famiglia nel baratro.
Morale della favola. Ogni governo che si insidia nel parlamento italiano, la prima cosa che fa cerca chi gli presta i soldi. Non si siedono intorno ad un tavolo è iniziano a fare i conti su quello che incassano, perché la cassa dello stato è uguale allo stipendio di una famiglia. No, cercano i debiti come priorità per mandare avanti la barca. Lo stato invece deve comportarsi come il buon padre di famiglia: spendere quello che guadagna. La macchina dello stato deve essere mantenuta sui reali guadagni e non sulla ricerca disperata di chi deve prestarti i soldi. Nulla può funzionare in questo modo. I governi devono iniziare ad arrangiarsi con quello che guadagnano. Bisogna smetterla di fare debiti. Si arriva dove si può arrivare, il resto si rimanda come si fa in una famiglia. Invece è diventato un vizio consolidato riempire il popolo italiano di debiti, che mai, sottolineo mai, potrà estinguere. Guadagno cento, spendo cento, al massimo posso fare un debito che posso eliminare con i cento che guadagno. Per uscire dall’inferno che ci troviamo, noi non dobbiamo più chiedere soldi in prestito, ma basarci sui reali guadagni, che è anche l’unico modo per capire la forza di una nazione, poiché un popolo si mantiene sul Pil e non sulla finanza e i debiti.