Ma lasciatela lavorare
È stato un accanimento terapeutico san dall’inizio, come se Roma l’avesse distrutta lei. La città di Roma è stata distrutta dalle giunte Veltroni, Alemanno e Marino, la Raggi non c’entra niente con il disastro della capitale.

È stato un accanimento terapeutico san dall’inizio, come se Roma l’avesse distrutta lei. La città di Roma è stata distrutta dalle giunte Veltroni, Alemanno e Marino, la Raggi non c’entra niente con il disastro della capitale. Sono due anni che si è insediata alla guida del campidoglio, e quando è entrata, non aveva certamente i poteri magici per eliminare i guai di giunte comunali che non hanno fatto nulla per i romani.
Ieri il pm l’ha condannata a dieci mesi per un reato che nessuno capisce. Secondo la procura di Roma, il sindaco Virginia Raggi “mentì all’Anticorruzione del Campidoglio nel dicembre del 2016” perché, se avesse detto che la nomina di Renato Marra era stata gestita dal fratello Raffaele, sarebbe incorso in un’inchiesta. Inoltre, “in base al codice etico allora vigente nei 5s, avrebbe dovuto dimettersi”. La Raggi è accusata per il reato di falso in relazione a questa nomina. Poi è arrivata l’assoluzione perchè il fatto non consiste reato.
Un sindaco eletto ha il diritto di scegliersi i collaboratori più fidati, quindi la scelta, se pure fosse stata fatta da Marra, la colpa non può ricadere sul sindaco. Ma al di là di ciò, la Raggi è stata calpestata dai grandi partiti dal primo giorno che ha messo piede in campidoglio. Un accanimento terapeutico portato avanti dai partiti storici che hanno guidato la capitale e da tutti i media vicini al potere politico, che hanno fatto della Raggi una cavia a disposizione del mercato della nefandezza politica.
Cosa ancora più grave, è la pericolosità dello stesso M5S, che in questa occasione dovrebbe difendere il suo sindaco e fare orecchie da mercanti su una questione che non centra niente con l’attività politica del sindaco. Invece no, il Movimento parla già di dimissione del sindaco come se dopo, alle prossime elezioni, la vittoria è scontata. E no, cari signori grillini, con la capitale cade l’interno Movimento Cinque Stelle, e per questa creatura politica in Italia non ci sarà più futuro. Il banco di prova per una maturità politica del movimento parte proprio dal campidoglio, dopo sarà solamente nero affumicato di un’avventura destinata a finire per sempre. Lasciatela lavorare, cazzo.