n’drangheta: la seconda unità d’Italia
ROMA-Chi l’avrebbe mai detto che quei sequestri di persona in Calabria a partire dagli anni sessanta fino alla fine degli anni ottanta, servissero per finanziare l’inizio di un percorso malavitoso che oggi ha portato la n’drangheta ad essere la prima azienda d’Italia.

ROMA-Chi l’avrebbe mai detto che quei sequestri di persona in Calabria a partire dagli anni sessanta fino alla fine degli anni ottanta, servissero per finanziare l’inizio di un percorso malavitoso che oggi ha portato la n’drangheta ad essere la prima azienda d’Italia. Mentre la mafia siciliana sfidava lo stato, la camorra iniziava un percorso con Raffaele Cutulo, la n’drangheta agiva in silenzio trasformando senza clamori mediatici l’assetto delle famiglie. Lentamente si scopre che la n’drangheta non è più quel fondo nascosto nell’Aspromonte, ma è una imponente organizzazione criminale che ha radici ovunque, in Italia e in Europa, ed ha un potere economico pari ai grandi gruppi finanziari.
Scoprirlo ha fatto capire che la n’drangheta era più potente della mafia siciliana, quella mafia che ognuno di noi conosceva come l’unica associazione per delinquere esistente e capace di avere legami con la politica. Purtroppo non era così, la n’drangheta lavorava per unire l’Italia sotto l’unico simbolo delle mafie. C’è riuscita in pieno. Quello che era lo stereotipo che voleva il mezzogiorno d’Italia “tutti mafiosi”, è stato demolito dalla n’drangheta, che raggiunto il nord Italia l’ha conquistato. Soltanto che anche in questa seconda unità d’Italia, come nella prima, la n’drangheta ha preso i soldi del sud e li ha trasferiti al nord per farci investimenti. Come avvenne durante il periodo garibaldino, dove il sud fu derubato delle sue ricchezze spostate al nord consentendogli di diventare ricco a discapito del sud che fu affossato nella povertà. Altrettanto hanno fatto le mafie, spostando i proventi delle tangenti, sottratte all’economie del sud, andando ad investire al nord. Due procedure identiche che hanno derubato e sottosviluppato il meridione.
Oggi nell’intera nazione non c’è un angolo che non è occupato da gruppi mafiosi che fanno del territorio qualcosa che gli appartiene. Le continue indagini della magistratura hanno appurato che la n’drangheta ha occupato gran parte di regioni come Lombardia, Veneto, Piemonte, mentre la camorra ha trovato radici in Emilia Romagna, Lazio, Umbria. Solo la mafia siciliana sembra essersi arenata nell’espansione territoriale. La n’drangheta è penetrata nel tessuto sociale del nord conquistando gli apparati industriali e politici. Non è stata stupida nel ricercare pizzi o tangenti sugli appalti come avviene al sud, rompendo la quiete dei territori, no, al nord ha acquistato aziende in fallimento o ridotte dalla stessa n’drangheta al fallimento, è penetrata nel tessuto politico entrando nei grandi appalti con imprese colluse con la n’drangheta. Insomma, lentamente è riuscita a conquistarsi, con un metodo diverso, anche una parte del paese che sembrava impenetrabile. Di fatti oggi l’Italia può definirsi veramente sotto un’unica bandiera, dove il simbolo impresso è costituito dalla n’drangheta, camorra, mafia siciliana e sacra corona unita, che messe insieme costituiscono la seconda unità d’Italia sotto l’unico marchio della mafia.