Toghe e giornalisti alla sfida elettoraleIn evidenza
ROMA-Che tempi signori. Propongo una legge dove sia magistrati sia giornalisti devono stare lontani dalla politica, qualora entrassero nel palco della…

ROMA-Che tempi signori. Propongo una legge dove sia magistrati sia giornalisti devono stare lontani dalla politica, qualora entrassero nel palco della politica italiana, una volta finito il mandato politico, non possono più esercitare la loro professione sia da magistrato sia da giornalisti. Sì, perché nel corso di questi anni abbiamo visto tanti giornalisti e magistrati sul piccolo schermo entrare e uscire dai salotti dei talk show e si è rivelano macchina perfetta per acquisire visibilità. Visibilità oggi sfruttata in campo politico. Infatti sono tanti i togati che hanno deciso di scendere in politica per mettersi al servizio del paese, legittimamente, ma hanno dimostrato di avere una tendenza politica ben precisa, quindi all’indomani della fine del mandato elettorale, essi non possono ritornare ai loro posti e definirsi imparziali, ciò vale per il magistrato e vale per il giornalista. Sono due figure che lavorano al servizio della collettività con un ruolo ben preciso: essere immuni da tendenze politiche dichiarate, quindi non si può parlare alla gente quando poi c’è una precisa connotazione politica. Non è trasparenza l’essere di parte. A me pare che ci sia più una sorta di inganno mediatico da sfruttare prima delle elezioni, per poi metterlo in campo al momento opportuno. Non è questo che merita il paese. Ognuno può mettersi al servizio della nazione, ma deve sapere, chi ricopre ruoli come il magistrato o il giornalista, che dopo non può mai più esercitare la professione ritornando ad essere un soggetto imparziale, ciò è impossibile per chi ha fatto politica all’interno di un partito mettendosi contro altri.