Parete, con Fassina ennesimo flop: i cittadini non c’erano

PARETE-Non avevo dubbi. L’ho scritto e riscritto, la conferma ieri sera: nella biblioteca in piazza Berlinguer c’erano solo i membri del PD locale ed esponenti casertani. Ma nella

Parete, con Fassina ennesimo flop: i cittadini non c’erano

PARETE-Non avevo dubbi. L’ho scritto e riscritto, la conferma ieri sera: nella biblioteca in piazza Berlinguer c’erano solo i membri del PD locale ed esponenti casertani. Ma nella sostanza, i cittadini veri, quelli che dovevano ascoltare le Parole del responsabile lavoro del PD Fassina, beh, nemmeno l’ombra, né di Parete né di oltre confine. Ancora una volta le parole delle manifestazioni politiche sono risultate degli auricolari appesi alle orecchie dei simpatizzanti, tocca a noi della stampa libera fungere da sonoro ad alto volume per far giungere qualche parolina detta ai cittadini. Ma, ad essere sincero, meglio abbassare il volume e alzarlo solo per dire le cose come stanno realmente.
Si sentono sempre cose dette e ridette, sentite e risentite tante volte: “I soliti Proclami”. Il lavoro si costruisce con il coraggio. Gli uomini coraggiosi sono solo i piccoli e grandi imprenditori. Innanzitutto non c’è un politico che dice a chiare lettere che una volta vinte le elezioni verranno azzerate tutte le società partecipate che sono quell’incubatore dove collocare i trombati dei partiti e producono il più grande spreco economico per i cittadini. Società partecipate, che possono essere quelle del trasporto pubblico, sanità ecc, tutte sull’orlo del fallimento o sono già fallite, e con il fallimento portano dietro montagne di debiti che i cittadini sono costretti a pagare attraverso le tasse che i politici impongono. Nessuno dice che in questo paese le imprese sono i soggetti che costruiscono occupazione e vanno abbassate le tasse portandole al massimo al 20%: lo stato deve basarsi su quello che guadagna come fanno le famiglie e spendere il giusto per il bene dei cittadini. E non è demagogia, basta eliminare il contributo ai partiti (una montagna di soldi pubblici sottratti alle vere esigenze dei cittadini); basta togliere tutti i privilegi ai politici portando i loro stipendi al massimo a 2500 euro al mese e nemmeno un euro in più; basta togliere i 35 milioni di euro che prendano i gruppi parlamentari nelle due camere; basta eliminare tutte le scorte prevedendo solo quelle per le massime cariche istituzionale, quindi, di conseguenza, eliminare tutto il parco di auto blu che costano miliardi di euro all’anno; eliminare tutti i privilegi dei gruppi consiliari nelle regioni. Insomma, l’elenco è talmente lungo che ci vuole un libro per scriverlo e dimostrare nella sua pienezza quanto assorbe la politica e i politici dalle tasse di cittadini. Immaginate per un attimo quante PMI, commercianti, artigiani, piccole imprenditori, si possono salvare con i soldi gratuiti e improduttivi che vanno a finire nelle casse dell’apparato politico italiano, mentre con quei soldi si aiutano migliaia e migliaia di imprese uccise da una pressione fiscale esasperante, e quando non sono più in grado di pagare entrano nel circuito sterminatore di Equitalia, voluta dai politici, che uccide chi è già ucciso psicologicamente tanto da pensare alla morte come soluzione migliore. Ai politici vanno soldi dei cittadini che non servono per produrre ricchezza per il paese, darli alle imprese con lo stesso sistema, quindi senza più ritorno come avviene per la politica, può servire a mantenere in vita le aziende che, a sua volta, continuano a garantire occupazione, cioè quello che serve alla gente per vivere dignitosamente. La politica non ha mai creato lavoro, ha messo sul piatto sistemi che non hanno portato da nessuna parte se non allo sfascio di oggi. Le imprese costruiscono lavoro, la politica e i politici NO. Ed ecco che ieri sera i cittadini di Parete, coscienti del fatto che ormai sono le solite promesse di inizio campagna elettorale, sono rimasti a casa. Nella biblioteca, i cittadini comuni, quelli che attendono risposte dai politici da 40 anni, hanno preferito evitare ulteriori “mortificanti promesse”. L’assenza dei cittadini esasperati dalle parole e non dai fatti non è un male, anzi, è una speranza per il futuro: vuol dire qualcosa può cambiare e il sipario sul passato può essere chiuso.