Austerity vuol dire rivoluzione

Ormai che ci troviamo dinanzi a politici europei che stanno entrando in piena “follia politica”, è un dato riconosciuto dalla stragrande maggioranza dei cittadini europei. Infatti la politica dell’Europa equivale ad un rigido regime di austerity al fine di

Austerity vuol dire rivoluzione

Ormai che ci troviamo dinanzi a politici europei che stanno entrando in piena “follia politica”, è un dato riconosciuto dalla stragrande maggioranza dei cittadini europei. Infatti la politica dell’Europa equivale ad un rigido regime di austerity al fine di fare bella figura con i mercati e salvare le banche e i gruppi finanziari. Questo tipo di politica, sommata allo stato di polizia che si sta avviando in quasi tutti i paesi membri della “matrigna” Europa, sta potando ad una povertà diffusa che tra poco dovrà avere per forza di cosa una scarica di rabbia inevitabile.
Non è certo pensabile che i popoli in silenzio subiscano la follia politica di chi fa una cattiva politica trascinando i popoli nella disperazione. I paesi devono crescere, e per crescere occorre abbassare le tasse e tagliare la spesa pubblica, in modo da mettere in circolo moneta. Invece questo tipo di politica fatta dalla “fallita Europa”, sta portando alla chiusura sistematica di attività commerciali e produttive, oltre a ridurre alla fame i cittadini europei. Diciamo che questa Europa prima si chiude e meglio è per tutti, altrimenti ci avviciniamo ad una rivoluzione popolare senza precedenti.
Nei paesi dove la sofferenza è maggiore, le attività commerciali chiudono al ritmo di 100 al mese. Non va meglio in Italia dove le attività commerciali chiudono per mancanza di acquisti, mentre quelle imprenditoriali scappano altrove pur di non aver a che fare più con i governi italiani e il suo agire sanguisuga che sta distruggendo tutta l’economia di questo paese. È meglio che s’incominci a parlare di solo sviluppo tagliando del 50% la spesa pubblica, ma rimanendo inalterata quella per la sanità, perché la saluta viene prima di tutto. Un dato è certo: se non si fa in fretta, saranno i popoli, i veri padroni del proprio paese, a dire fine all’Europa mai voluta, perché così non si può più andare avanti.