Il Partito di Renzi nessuno lo vuole

ROMA- Che ci sia qualcosa che non funziona all’interno del PD, ormai se ne sono accorti anche quelli che lo votano. Infatti scendono gli iscritti del PD, specialmente in quelle realtà locali dove i dem avevano le loro roccaforti.

Il Partito di Renzi nessuno lo vuole

ROMA- Che ci sia qualcosa che non funziona all’interno del PD, ormai se ne sono accorti anche quelli che lo votano. Infatti scendono gli iscritti del PD, specialmente in quelle realtà locali dove i dem avevano le loro roccaforti. Se pensiamo solo a Livorno, dove è nato il Partito Comunista, ed oggi è in mano al M5S, significa che ovunque i democratici perdono consensi. Ora a parlare sono i big del partito, quelli per intenderci che siedono comodamente sulle poltrone dorate del condomino Montecitorio, e percepiscono qualcosa come 13-15 mila euro mensili.
Quando parleranno gli elettori, può darsi che i big si renderanno conto che loro non sono più nessuno. Oggi gli stessi iscritti del PD non capiscono cosa sia oggi il loro partito. Un partito che ha governato e non ha fatto niente. Se guardiamo ai provvedimenti del governo Renzi, essi sono stati tutti bocciati, segno che non erano in linea con i veri provvedimenti da adottare per salvare l’Italia.
Cosa più grave è che oggi c’è una guerra interna da prima repubblica, quando le correnti interne dei partiti si scannavano, però quando era stata decisa una linea essa veniva seguita da tutti gli iscritti. Oggi non è così: le linee si contestano, ma quando viene trovata una linea scoppia la scissione. Ed è quello che sta succedendo al Partito Democratico.
In un certo senso le minoranze del PD hanno pienamente ragione, perché il segretario non sta facendo altro che costruire un PDR: il partito di Renzi, che nulla c’entra con il PD. Enrico Rossi, Michele Emiliano e Roberto Speranza, Pier Luigi Bersani, Massimo D’alema e altri veterani della biggheria democratica, stano facendo ferro e fuoco per mettere alle corde Renzi, con la certezza, ma e solo loro convinzione, che hanno ancora i voti per decidere. Nessuno fa i conti con un elettorato stremato, distrutto, quasi rassegnato proprio dalla cattiva politica dei governi del Partito Democratico.
Lo stesso discorso vale anche per Renzi, che dopo aver preso in giro per tre anni gli italiani con le sue bugie incondizionate, i fatti lo dimostrano, continua con i suoi atteggiamenti arroganti nei confronti degli altri. Sembra il padreterno risceso sulla terra, soltanto che lui non salva nulla, anzi, distrugge tutto quello che gli passa davanti.
Le minoranze, in una dichiarazione congiunta diffusa a Firenze affermano che l’esito della direzione “ha sancito la trasformazione del Partito Democratico nel Partito di Renzi, un partito personale e leaderistico che stravolge l’impianto identitario del Pd e il suo pluralismo”. Le conclusioni del segretario non hanno rappresentato questa ricchezza di posizioni e visioni, che ci caratterizza come la più grande comunità civile e politica del Paese. L’esito della direzione – scrivono Rossi, Emiliano e Speranza – è stato profondamente deludente e ha sancito la trasformazione del Partito Democratico nel Partito di Renzi. Abbiamo chiesto un impegno preciso: il sostegno al governo sino alla sua scadenza naturale, un congresso senza forzature e preceduto da una conferenza programmatica nella quale ritrovare l’unità, ma siamo stati inascoltati. Per questa ragione – spiegano – siamo pronti a costruire un’azione politica comune, per rivolgere un appello a tutti i nostri militanti ed attivisti e per impedire una deriva dagli sviluppi irreparabili. Il Pd non può smarrire la sua natura di partito del centrosinistra, che trova le sue ragioni fondative nel principio dell’uguaglianza e nei valori della Costituzione.
Quindi all’interno c’è una parte di partito a cui non piace l’operatività del segretario. Cosa che non piace nemmeno a buona parte degli iscritti del PD, che sarebbero pronti a seguire i vecchi leader in un partito nuovo. Questa parte di minoranza viene data dai sondaggi al 14%, numero riguardevole se si pensa che il PD di Renzi scenderebbe al 20% quindi, ad elezioni concluse, dovrebbe chiedere aiuto, in caso di vittoria, ai suoi nemici. Insomma la situazione è più triste che allegra. Questo PD sta per finire, è entrato nella fase agonizzante, saranno le elezione a definire la morte o la guarigione.