Più di un milione di persone ha lasciato il sud, per il PD tutto andava bene
ROMA- Fino a qualche mese fa ci hanno fatto credere che tutto andava bene. Erano chiacchiere da barbiere prodotte da una classe dirigente inadeguata e incompetente, capace solo di illudere ma poco incisiva per risolvere i problemi. Il sud continua a essere figlio di un’Italia unita che non esiste.

ROMA- Fino a qualche mese fa ci hanno fatto credere che tutto andava bene. Erano chiacchiere da barbiere prodotte da una classe dirigente inadeguata e incompetente, capace solo di illudere ma poco incisiva per risolvere i problemi. Il sud continua a essere figlio di un’Italia unita che non esiste. L’unità d’Italia è un’altra presa per i fondelli nei confronti del meridione.
Ora arrivano i nuovi dati del rapporto annuale Svimez, e ritroviamo ancora una volta un sud in pieno affanno. Scusate, ma come faceva Renzi a dire che tutto andava bene? “Negli ultimi 16 anni hanno lasciato il Sud Italia 1 milione e 883mila residenti: la metà giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati, il 16% dei quali si è trasferito all’estero. Quasi 800mila non sono tornati”. Dalla fotografia scattata da Svimez emerge il rischio di un forte rallentamento dell’economia meridionale nel 2019, quando “la crescita del Pil sarà pari a +1,2% nel Centronord e +0,7% al Sud”. Nel 2017 “il Sud ha proseguito la lenta ripresa ma senza politiche adeguate rischia di frenare, con un dimezzamento del tasso di sviluppo nel giro di due anni”, spiega il rapporto.
Drammatica la situazione nelle famiglie: Nessun occupato in 600mila famiglie. Il numero di famiglie meridionali con tutti i componenti in cerca di occupazione è raddoppiato tra il 2010 e il 2018, da 362mila a 600mila (nel Centronord sono 470mila)”. Si parla quindi “di sacche di crescente emarginazione e degrado sociale, che scontano anche la debolezza dei servizi pubblici nelle aree periferiche”.
Ancora più drammatica è la situazione lavorativa per quanto concerne il lavoro a bassa retribuzione, dovuto a complessiva dequalificazione delle occupazioni e all’esplosione del part time involontario. Sulla difficile situazione economica, la Svimez avverte: “In assenza di una politica adeguata, anche l’anno prossimo il livello degli investimenti pubblici al Sud dovrebbe essere inferiore di circa 4,5 miliardi se raffrontato al picco più recente (nel 2010)”. L’associazione sottolinea poi l’interdipendenza tra le diverse aree territoriali: “Centronord e Mezzogiorno crescono o arretrano insieme”.
Quindi la situazione al sud resta drammatica. Se non si apportano varianti alle politiche lavorative e occupazionali diverse da quelle portare avanti finora dal PD e la Sinistra, la situazione al sud continuerà a essere difficile e potrebbe ulteriormente precipitare. Il mezzogiorno ha necessario bisogno di lavoro, ed ha bisogno di processi produttivi diversi da quelli del nord, puntando principalmente sul turismo e sulla cultura. La fotografia scattata da Svimez dimostra quanto sia delicata la situazione al sud, e mostra, ancora una volta, che la situazione occupazionale rimane sempre costantemente la prncipale questione da risolvere.