Quella crescita che vede solo Gentiloni e il PD
ROMA – Sono settimane quasi tristi per il popolo italiano: devono decidere il futuro politico della nazione. In mano hanno diversi strumenti di valutazione per identificare il partito capace di riportare l’Italia fuori da una crisi che persiste e non è mai finita.

ROMA – Sono settimane quasi tristi per il popolo italiano: devono decidere il futuro politico della nazione. In mano hanno diversi strumenti di valutazione per identificare il partito capace di riportare l’Italia fuori da una crisi che persiste e non è mai finita. Un popolo che continua a sentire numeri ottimistici che nel reale non si percepiscono. In queste settimane abbiamo fatto un percorso di studio stando tra la gente. Ci siamo collocati fuori ai grandi centri commerciali, nelle strade, nelle piazze, descrivere il sentimento popolare nei confronti della classe dirigente di questo paese che finora ha governato, è impossibile, la volgarità espressa nei confronti dei politici non si può scrivere.
In tutti però c’era quel sentimento di disperazione, segno che le difficoltà non sono state superate come le descrive il premier Gentiloni e i compagni del PD. Quella crescita la vede solo la maggioranza di governo, il resto, il popolo, i veri elettori, non la vedono per niente.
Vivere al sud è un’impresa assai difficile, e forse sarà proprio il sud che questa volta darà il grande scossone al futuro politico della nazione. Abbiamo incontrato genitori disperati che hanno perso il lavoro e non lo trovano. Sono invitati a fare formazione a 55 anni, formazioni gestite dagli enti regionali, sindacati e partiti politici, insomma, gli stessi che hanno distrutto il lavoro in Italia. Abbiamo incontrato giovani senza speranza, che lavorano all’arrangiamento per 20 euro al giorno per 12 ore di lavoro. 120 euro a settimana per fare tutto quello che gli occorre nella vita. Con 120 euro a settimana, precari, non si costruisce il futuro. Abbiamo fatto un giro nelle aree che una volta erano industrializzate, ed era tutto chiuso, un deserto che nessuno dice e costruito dalle classi dirigenti che hanno governato il sud.
Abbiamo incontrato anziani che devono fare tutto con 530 euro al mese. Spesso devono rinunciare alle cure necessarie per la loro salute, perché con quello che percepiscono è impossibile curarsi. Anche perché al sud la sanità non funziona, quindi diventa doppiamente impossibile curarsi. Abbiamo riscontrato un male profondo che non è mai finito, è partito dal 1970 e si è prolungato fino ad oggi distruggendo la dignità dei cittadini votanti. Abbiamo incontrato padri di famiglie e imprenditori che non riescono a sopportare il peso del “criminale” ex equitalia costruita da Berlusconi e inasprita dall’ex comunista Bersani, oggi Liberi Uguali. Persone disperate, che con la tassazione al 70% nel reale, costruita dai governi competenti dei partiti tradizionali, stanno perdendo tutto perché non hanno la forza di pagare: non hanno lavoro e soldi, ma lo stato li attacca come se fossero ricchi.
Abbiamo riscontrato un forte divario sociale costruito da una classe dirigente che ha dimenticato i più deboli a favore di quel 22% di italiani che detengono il 66% della ricchezza nazionale. Gente abbandonata a se stessa, e se non fosse per i centri Caritas, non possono mangiare nemmeno una volta al giorno. Quella ripresa che vede Gentiloni e il PD è personale, gli italiani percepiscono tutt’altro. Più il premier e personaggi del PD escono in TV e parlano di ripresa, più gli italiani elettori si irritano fino a sentirsi offesi. Il sentimento che abbiamo ascoltato fa capire che l’Italia non è uscita da nessuna crisi, e nessuna ripresa è in atto. La realtà scrive una pagina ancora buia e difficile d’affrontare, differente dal sorriso ottimistico di Gentiloni e del PD. Per ascoltare sul serio i problemi veri della gente bisogna stare tra la gente, e noi l’abbiamo fatto, e la realtà è quella descritta.