Dopo 25 anni da manipulite nulla è cambiato, la corruzione persiste

ROMA- Sono trascorsi 25 anni da quel giorno che vede esplodere il pool di manipulite che porto ad arresti eccellenti e la demolizione della prima repubblica. 25 anni di inutili tentativi di ripulire l’Italia dal malaffare. Non ci siamo riusciti, la corruzione esiste ancora e si è pure evoluta.

Dopo 25 anni da manipulite nulla è cambiato, la corruzione persiste

ROMA- Sono trascorsi 25 anni da quel giorno che vede esplodere il pool di manipulite che porto ad arresti eccellenti e la demolizione della prima repubblica. 25 anni di inutili tentativi di ripulire l’Italia dal malaffare. Non ci siamo riusciti, la corruzione esiste ancora e si è pure evoluta. Il sistema della corruzione e del malaffare nella pubblica amministrazione è rimasto, anzi, ha avuto un’evoluzione talmente perfetta che la macchina ha conquistato lustro invece di sparire. Bisogna sottolineare, come dimostrano le inchieste quotidiane, che la magistratura, nella lotta alla corruzione, non ha abbassato la guardia, nonostante l’impegno di magistratura e forze dell’ordine, la corruzione è un tassello continuo dentro la pubblica amministrazione.
I baluardi di questa corruzione continuano ad essere i politici, le inchieste quotidiane, con continui arresti di sindaci e politici in genere, evidenziano come chi fa politica usa il ruolo pubblico per specifici interessi personali o di partito. Anche i cittadini sembrano essersi rassegnati al sistema. Ognuno ormai si sente oppresso dalle continue inchieste, interminabili, che portano sul piatto sempre questioni che sono simili a tangentopoli. Da una parte il politico, dall’altra l’imprenditore che usa il politico per lavorare o fare affari.
Quel sistema non è stato scardinato, è rimasto uguale a quello scoperto dai magistrati di mani pulite. Il sistema partito continua ad essere quel cancro che con le sue metastasi sparse sul territorio, gli uomini e le donne dei partiti, continuano a disattendere la norma corretta per fare politica: l’onestà.
Il sistema del malaffare c’era allora e c’è adesso, un male che è peggio di un cancro. Con le stesse modalità delle malattie tumorali esso uccide lentamente l’Italia. Un sistema che non è stato intaccato visto che nella classifica mondiale dell’Indice di percezione della corruzione (Cpi) elaborata da Transparency International, l’Italia è al sessantesimo posto ed è terzultima in Europa, seguita da Grecia e Bulgaria. A fallire sono stati tutti quei politici che dopo tangentopoli dovevano emanare leggi severe per chi faceva della pubblica amministrazione, attraverso il ruolo politico che ricopriva, un bancomat personale. Ha fallito la prima repubblica, ha fallito la seconda, speriamo che la terza sia il reset di tutto e si possa ricominciare d’accapo facendo dell’Italia un paese dove non esistono più politici che rubano la collettività.