Se ci fosse stata una guerra non si pensava al Natale

Evidentemente la lezione avuta durante l’estate non è servita, tanto che si incomincia già a pensare a Natale. Il governo conte sta dimostrando in pieno le sue incertezze. Finora a saputo solo mettere sul piatto bonus di ogni tipo, spendendo fior di milioni di euro, ma non ha risolto nulla.

Se ci fosse stata una guerra non si pensava al Natale

Evidentemente la lezione avuta durante l’estate non è servita, tanto che si incomincia già a pensare a Natale. Il governo conte sta dimostrando in pieno le sue incertezze. Finora a saputo solo mettere sul piatto bonus di ogni tipo, spendendo fior di milioni di euro, ma non ha risolto nulla. Anche quel famigerato “modello Italia” è caduto con la seconda ondata.
Quello che adesso dovrebbe preoccupare questo governo sono i morti, che ormai hanno già raggiunto la soglia dei 10mila in meno di un mese, e la preoccupante situazione degli ospedali e della medicina territoriale, ormai tutto al collasso. Invece il governo ha allo studio provvedimenti per il Natale. Se ci fosse stata una guerra con bombe e mitra mica si pensava al natale? È da escludere, questa nazione le guerre le ha vissute, e durante i conflitti tutto si era fermato.
Invece una delle principali questioni sul tavolo dell’incontro tra governo e regioni è stato il nuovo Dpcm, quello che dovrebbe dare le indicazioni per il periodo natalizio. Dal premier ai ministri fino agli scienziati, tutti continuano a ripetere che non sarà un Natale come gli altri e che, seppur con qualche inevitabile concessione, non sarà certo un liberi tutti. Un Natale più sobrio: veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non è possibile.
Quello che preoccupa, nonostante le previsioni di un Natale sobrio, sono le concessioni che il governo vorrebbe fare. Ancora una volta, come è successo durante il periodo estivo, la priorità sarà, come conferma lo stesso premier, concessioni per consentire alle famiglie di stare insieme e soprattutto per non affossare ulteriormente l’intero commercio e il turismo. Una delle ipotesi sul tavolo è quella di un ‘Dpcm ponte’ per il periodo natalizio che sospenda l’automatismo delle fasce, allenti il coprifuoco nazionale, consenta l’apertura serale di bar e ristoranti e lo spostamento anche tra le regioni ‘rosse’ e ‘arancioni’ per raggiungere i parenti più stretti, allunghi l’orario dei negozi, preveda un nuovo protocollo per le messe e le cerimonie religiose, indichi i divieti per la notte di capodanno, compreso lo stop a qualsiasi assembramento nelle piazze.
Intanto istituzioni e cittadini invece di pensare a come salvare la vita, pensano a come devono festeggiare il Natale. Tutto, mentre i contagi continuano ad essere altissimi e gli ospedali sono al collasso. Evidentemente questo popolo non ama la vita, per loro è talmente superflua che poca importa se si muore.