Terremoto in Irpinia 1980: quel grande presidente che mise tutti in riga e nacque la protezione civile
Il 23 novembre 1980 un terremoto di magnitudo 6,9 e del X grado della scala Mercalli colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale. Alla fine il bilancio fu di 2.914 morti, 8.848 feriti e circa 280.000 sfollati.

Il 23 novembre 1980 un terremoto di magnitudo 6,9 e del X grado della scala Mercalli colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale. Alla fine il bilancio fu di 2.914 morti, 8.848 feriti e circa 280.000 sfollati. L’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, il 25 novembre, nonostante il parere contrario del presidente del Consiglio Forlani e altri ministri e consiglieri, si recò in elicottero sui luoghi della tragedia. Di ritorno dall’Irpinia, in un discorso in televisione rivolto agli italiani, Pertini denunciò con forza il ritardo e le inadempienze dei soccorsi, che sarebbero arrivati in tutte le zone colpite solo dopo cinque giorni.
Furono le parole del capo dello stato a mettere tutti in riga e aprirono la strada alla nascita della protezione civile come arma vincente contro ogni tipo di calamità. Il suo discorso commosse tutti gli italiani: “Italiane e italiani, sono tornato ieri sera dalle zone devastate dalla tremenda catastrofe sismica. Ebbene, a distanza di 48 ore, non erano ancora giunti in quei paesi gli aiuti necessari. È vero, io sono stato avvicinato dagli abitanti delle zone terremotate che mi hanno manifestato la loro disperazione e il loro dolore, ma anche la loro rabbia. Ho potuto constatare è che non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione, i sepolti vivi. Qui non c’entra la politica, c’entra la solidarietà umana; tutti gli italiani e le italiane devono sentirsi mobilitati per andare in aiuto di questi loro fratelli colpiti da questa sciagura. Perché credetemi, il modo migliore di ricordare i morti è quello di pensare ai vivi”. Infatti Nel 1982 viene formalizzata la figura del Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile (legge n.938 del 1982), una sorta di “commissario permanente” pronto ad intervenire in caso di emergenza. Si evita così di individuare ogni volta un commissario e creare ex novo la macchina organizzativa. Il Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile si avvale del Dipartimento della Protezione Civile, istituito sempre nel 1982 nell’ambito della Presidenza del Consiglio (Ordine di Servizio del 29 aprile). Invece di istituire un apposito ministero, con una struttura burocratica e di pari rango rispetto agli altri ministeri, si sceglie di creare un organismo snello, sovra ministeriale, capace di coordinare tutte le forze di cui il Paese può disporre. Sono i primi passi che poi nel 1992 portano al consacramento della attuale protezione civile.
Tra i simboli di quella tragedia, resta il crollo della chiesa di Balvano, piccolo comune in provincia di Potenza, dove morirono 77 persone, soprattutto bambini e ragazzi che, al momento del sisma, cantavano durante la Messa. In questo luogo devastato dal terremoto si recò anche Giovanni Paolo II. A Balvano Papa Wojtyła salì su un banco della scuola locale recuperato tra cumuli di macerie. Era il 25 novembre del 1980, 48 ore dopo la scossa. E su quel banco, diventato cattedra e altare.