Una classe dirigente che promette l’impossibile
Il popolo italiano si è stancato di sentire gli attori della politica promettere l’impossibile. Sono mesi e mesi che si distribuiscono miliardi di euro a chiacchiere, ma nei fatti arriva ben poco. Sarebbe più saggio dire la verità.

Il popolo italiano si è stancato di sentire gli attori della politica promettere l’impossibile. Sono mesi e mesi che si distribuiscono miliardi di euro a chiacchiere, ma nei fatti arriva ben poco. Sarebbe più saggio dire la verità. Dire che le casse del tesoro sono vuote e si continua a fare debiti. Debiti che servono per mandare avanti la barca italiana in un mare in tempesta. È più saggio e onesto dire la verità.
Dove sono le certezze? In questi mesi si è parlato tanto, si è girati intorno all’Europa, ma alla fine non è giunto nulla di concreto a un paese rischia seriamente di crollare. La situazione pregressa si è aggravata col virus, ed ora ci vogliono soluzioni fattibili che possano rimettere in moto principalmente la macchina lavorativa.
In un paese come l’Italia, dove ci sono tante potenzialità da sfruttare, invece si rischia di ritrovarsi con tante attività a fine corsa. Dal commercio, l’artigianato, le piccole e medie imprese, si corre il rischio di un cappotto totale. La classe dirigente continua a promettere l’impossibile pur sapendo che è impossibile ciò che promette. Siamo una nazione che vive a debito: li fa il governo, li fanno i cittadini per sopravvivere. Non si può certamente continuare così all’infinito. Ci vuole uno stop che rimetta in ordine le lancette dell’orologio che, ormai, vanno per fatti loro. Siamo ad un punto di non ritorno, se continuiamo così l’unica certezza è la fine dell’intero sistema Italia.
Il popolo italiano si è stancato di sentire gli attori della politica promettere l’impossibile. Sono mesi e mesi che si distribuiscono miliardi di euro a chiacchiere, ma nei fatti arriva ben poco. Sarebbe più saggio dire la verità. Dire che le casse del tesoro sono vuote e si continua a fare debiti. Debiti che servono per mandare avanti la barca italiana in un mare in tempesta. È più saggio e onesto dire la verità.
Dove sono le certezze? In questi mesi si è parlato tanto, si è girati intorno all’Europa, ma alla fine non è giunto nulla di concreto a un paese rischia seriamente di crollare. La situazione pregressa si è aggravata col virus, ed ora ci vogliono soluzioni fattibili che possano rimettere in moto principalmente la macchina lavorativa.
In un paese come l’Italia, dove ci sono tante potenzialità da sfruttare, invece si rischia di ritrovarsi con tante attività a fine corsa. Dal commercio, l’artigianato, le piccole e medie imprese, si corre il rischio di un cappotto totale. La classe dirigente continua a promettere l’impossibile pur sapendo che è impossibile ciò che promette. Siamo una nazione che vive a debito: li fa il governo, li fanno i cittadini per sopravvivere. Non si può certamente continuare così all’infinito. Ci vuole uno stop che rimetta in ordine le lancette dell’orologio che, ormai, vanno per fatti loro. Siamo ad un punto di non ritorno, se continuiamo così l’unica certezza è la fine dell’intero sistema Italia.