Un’emorragia silenziosa
La potenza di fuoco emanata dal premier Conte nella fase più acuta dell’epidemia non c’è stata. Quella che si sta vivendo è un’emorragia silenziosa che colpisce la stragrande maggioranza delle attività produttive dell’Italia. Commercio, turismo è produzione, sono al tappeto.

La potenza di fuoco emanata dal premier Conte nella fase più acuta dell’epidemia non c’è stata. Quella che si sta vivendo è un’emorragia silenziosa che colpisce la stragrande maggioranza delle attività produttive dell’Italia. Commercio, turismo è produzione, sono al tappeto. L’apparenza inganna. Tutta la normalità è annebbiata e non riesce a far vedere oltre.
Il settore più colpito è quello del turismo. In questo caso c’è poco da sperare per i prossimi dodici mesi. L’economia turistica ha subito il contraccolpo maggiore del covid. Nelle grandi città d’arte c’è la paralisi nel settore alberghiero e recettivo. Turisti non arrivano. Il mondo è chiuso. Ne risentono le migliaia di alberghi che rimangono chiusi per mancanza di prenotazioni. Il settore è in ginocchio. Il settore alberghiero rischia di lasciare per strada milioni di lavoratori del comparto. La maggiore rabbia degli operatori, è il silenzio delle istituzioni. Loro rischiano di non riaprire più, eppure le istituzioni governative girano lo sguardo dall’altra parte.
Anche la ristorazione sta subendo una diminuzione del fatturato. Anche in questo caso i lavoratori stagionali sono i più penalizzati. Migliaia di lavoratori stagionali non hanno trovato lavoro già nel periodo estivo. La stagione invernale si preannuncia più stretta di quella estiva. Anche perché l’aumento dei contagi scoraggia molte persone a programmare qualcosa per il prossimo Natale. In questo periodo gli alberghi già ricevevano prenotazioni per la stagione sciistica e per la settimana di Natale, al momento le prenotazioni sono scarse.
Non va meglio per la produzione. Un Pil -12% significa che la stragrande maggioranza delle attività è in crisi di commesse. Ma anche la domanda interna si è dimezzata, forse per paura del futuro ma anche per mancanza di liquidità, gli stessi italiani spendono di meno. Molte aziende del Veneto, regione dove c’è la massima concentrazione di piccole e medie imprese, si registra la sofferenza maggiore rispetto ad altre regioni. Una produzione che non riceve nemmeno il sostegno delle banche. Banche che dovevano erogare la potenza di fuoco promessa da Conte che, in effetti, non erano soldi già in cassa, ma solo carta. Tante aziende hanno provato ad accedere ai finanziamenti, molte, tante, si sono visti rifiutare i finanziamenti.
L’economia italiana va lentamente a picco, ma si continua a promettere ed illudere che le cose stanno camminando. Nessuno dice come stanno realmente le cose. Tutti sbandierano un successo inesistente, poiché chi sta vivendo la realtà toccandola con mano, si ottura il naso per non sentire la puzza delle menzogne.