Vittorio Gassmann: “Di padre in figlio”

Dicembre 1984. Roma , via Antonio Mancini , quartiere Flaminio . A pochi metri dallo  sfarzoso e superbo edificio del Ministero della Marina,  svetta la più scarna costruzione del Teatro Tenda , impalcatura lignea , sostenuta da pali e picchetti, rivestita di teli di grosso tessuto imperm…

Vittorio Gassmann: “Di padre in figlio”

Dicembre 1984. Roma , via Antonio Mancini , quartiere Flaminio . A pochi metri dallo sfarzoso e superbo edificio del Ministero della Marina, svetta la più scarna costruzione del Teatro Tenda , impalcatura lignea , sostenuta da pali e picchetti, rivestita di teli di grosso tessuto impermeabile colorati di rosso e di azzurro.
All’interno del vasto padiglione itinerante , sul palcoscenico , dinanzi a una platea di duecento posti a sedere vuoti, Vittorio Gassman e gli attori debuttanti: Alessandro , suo figlio, e Filippo , allievo della “Bottega Teatrale” di Firenze , a pochi ore dalla prima rappresentazione, provano una scena dello spettacolo: “Affabulazione”, tragedia in otto episodi , prologo ed epilogo , scritta in versi liberi da Pier Paolo Pasolini .
“Ragazzi , su , esigo concentrazione! ” , esclama , concitato, il “Mattatore” , “Tra una settimana si va in scena e non possiamo permetterci inutili distrazioni!…Dove eravamo arrivati?, ah, sì!…A questo punto della vicenda , “il padre” viene ferito con un coltello dal “figlio” e , disteso sul letto, apparsagli l’ombra di Sofocle , l’interroga sull’accaduto , apprendendo che il figlio: “E’ un mistero non rivelabile alla luce della ragione” …Ricordate che padre e figlio sono antagonisti…”Il padre” , vecchio e caduco, desidererebbe abbeverarsi e attingere energia vitale , giovinezza e amore dalla fonte del figlio …”.
“Sì , maestro ! … ” , concorda Filippo , “secondo attore” , sostituto di Alessandro, in caso di defezione improvvisa di quest’ultimo , “Il fatto è che trovo l’interpretazione di Alessandro eccessiva , carica di un’enfasi smodata; anche nel modo di afferrare il pugnale, risulta troppo veemente!… ” .
“E …sentiamo …tu , invece, come lo impugneresti questo coltello ? … ” , replica , con voce adirata, Alessandro, ” La verità è un’altra …tu non sopporti , proprio non ti va a genio, che la parte del coprotagonista sia stata assegnata a me , perché sono il figlio di Gassmann….Dillo , dillo fino in fondo ciò che pensi davvero : che sono un raccomandato ! … Tanto, anche se non lo ammetti, te lo leggo scritto in faccia !… ”.
Io mi preoccupo soltanto che la resa dello spettacolo sia buona …parlo nell’interesse esclusivo della compagnia !…Simili meschinità non sfiorerebbero mai la mente e l’animo di un vero artista!… ” , ribatte , impettito, senza scomporsi , il giovane collega.
“No , ma dico , cosa pontifichi? , che tono e che parole usi?, sembri la Bibbia !…. ” , prorompe Alessandro , su tutte le furie , aggiungendo , “L’arma vincente di un attore è la naturalezza , la spontaneità …ma l’hai mai visto un film di Vittorio De Sica ? …Possibile che il Neorealismo non ti suggerisca nulla?…L’attore vero è quello preso dalla strada , quello che vive e non recita la rabbia e la gioia , che , mentre formula una battuta , non si domanda se una vocale si pronunci aperta o chiusa !…”.
“Insomma, basta!…lo dico a entrambi ! ….” , urla Vittorio Gassmann, “l’icona della commedia all’italiana”, “Ma davvero vi sentite così arrivati da poter discutere , con tanta sicumera, delle qualità di un attore ?…Due giovani pivelli come voi , conoscerebbero ,dunque , il segreto di una recitazione convincente , che susciti nel pubblico la catarsi liberatrice ? …Ma non fatemi ridere!…Nessuno di voi due sa nulla riguardo la magia del teatro , perché nessuno di voi possiede l’umiltà, che non è un falso pietismo di sé , badate !, ma consapevolezza dei propri mezzi, rispettosa di quelli altrui ! …Credete che io, scientemente, abbia mai detto di me : “Sono un attore”?…A vent’anni, quando ho cominciato, pensavo al Giornalismo, alla Letteratura …non mi passava proprio per la mente di fare il guitto !. Per mia madre era una sorta di rivincita . Lei avrebbe voluto fare l’attrice , non c’era riuscita e aveva riversato su di me questi suoi sogni . Era una donna in gamba , ma possessiva …se , mentre facevo un monologo , qualcuno osava dare un colpo di tosse, gli dava un’ombrellata in testa ! …Eh!, dalla mia prima volta sul palcoscenico sono trascorsi tanti anni , ma l’emozione dell’esordio si rinnova a ogni apertura di sipario e la mente vaga e si smarrisce tra i ricordi dei grandi applausi, dei trionfi , come quella sera del 30 ottobre del 1950, quando calcai le scene con “L’Adamo” di Marcel Achard : il famoso “Adamo”, era il duello tra un direttore d’orchestra e una donna , l’Adani . E il direttore d’orchestra ero io , che avevo ventidue anni e feci questa parte di cinquantenne . Fu una prima tempestosa , perché ci furono delle provocazioni , dei risentimenti moralistici …era un periodo acceso , in cui il Teatro viveva battaglie straordinarie ! . Il trucco per non cedere alla paura delle critiche è ricordare le recensioni positive tributate dai critici ai precedenti spettacoli … Ad esempio, riguardo la mia interpretazione dell ‘ “Amleto” di Shakespeare , qualcuno , del cui nome sono dimentico, scrisse : “Non ricordo d’aver mai assistito , neanche all’estero , a un’esecuzione ricca di suggestioni così profonde ” , mentre, a proposito del mio “Tieste” di Seneca, il poeta Salvatore Quasimodo , disse : ” Gassmann ha dimostrato la teatralità dell’autore quando ha affidato alle parole e non all’urlo la sua verità poetica , quando la recitazione pura non ha soffocato il tentativo di rendere il personaggio attraverso i monologhi senechiani . E’ stata una contaminazione voluta la sua , un modo di correggere il fatto teatrale con la presenza dell’uomo della cronaca , della vita . Su questa strada, Gassmann ha i suoi meriti , più numerosi dei suoi tenaci, fumosi , scatti d’eloquenza ” . Quanta dedizione ho speso nell’ “arte della simulazione” , quanta abnegazione per il teatro!…
La televisione è uno strumento democratico di comunicazione , ma la gente non deve abituarsi a vedere un attore standosene sdraiato a casa propria . Ciò, per un interprete serio, equivale a una snaturazione , pur se , d’altro canto, gli offre innegabili vantaggi economici . Riuscirete entrambi a fare questo mestiere ,anzi, mi correggo , a “giocare con la fantasia e con gli spettri dell’inconscio” , se, tra due strade , una semplice e l’altra difficile , sceglierete di perseguire quella più difficile ; se , in luogo di una comoda discesa , opterete per un’ impervia salita . Se farete , quindi, del sacrificio il vostro monito di vita ,allora , meriterete gli allori , ma fate attenzione ! : a scegliere davvero, è il pubblico , siete rimessi al suo giudizio , dipendete dai suoi umori , non dimenticatelo mai ! . Quanto a te , Alessandro, fino a poco tempo fa, ero preoccupato per il tuo avvenire … mi sembravi volubile , indeciso , fragile , ma adesso, mi pare che tu abbia scoperto una vocazione chiara e solida . Bene !, ma farai l’attore se dimostrerai , sul serio , di avere talento e carattere ….allora e , solo allora, la “nobile arte del Teatro” potrà dirsi tramandata di padre in figlio ” .