Picchiato per aver detto la verità: terrore negli studi Mediaset | È finita nel peggiore dei modi

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A Mediaset panico totale: volano schiaffi e si rompono i premi. Incredibile quanto possa essere pericoloso il programma tv

Quando si parla di televisione italiana, è impossibile non pensare a Mediaset. Nata negli anni Ottanta come alternativa privata al monopolio pubblico della Rai, la rete ideata da Silvio Berlusconi ha cambiato per sempre il modo di fare intrattenimento nel nostro Paese.

All’epoca la sfida era titanica: portare nelle case degli italiani una televisione più popolare, più veloce, più colorata e soprattutto meno istituzionale.

Fin dall’inizio, il successo fu travolgente. Con le sue tre reti principali, Canale 5, Italia 1 e Rete 4, Mediaset costruì un impero fatto di varietà, quiz, fiction e talk show che catturarono milioni di telespettatori. Negli anni, il gruppo ha saputo mescolare leggerezza e cronaca, comicità e informazione, fino a imporsi come la principale realtà televisiva privata d’Europa.

Il segreto? Una formula semplice ma efficace: intrattenere senza prendersi troppo sul serio, mantenendo un legame diretto con il pubblico. Il palinsesto Mediaset è diventato una sorta di specchio della società italiana, capace di seguire i cambiamenti culturali, le mode e i gusti del pubblico, passando dai varietà anni Novanta ai reality show del nuovo millennio.

Programmi che hanno fatto la storia

A segnare profondamente la storia del gruppo sono stati alcuni programmi diventati veri e propri pilastri della tv italiana. Tra questi, impossibile non citare Uomini e Donne e C’è Posta per Te, entrambi firmati da Maria De Filippi, che da oltre vent’anni rappresenta una garanzia di ascolti e fedeltà del pubblico. Le sue trasmissioni hanno saputo unire la dimensione del racconto sentimentale a quella dello spettacolo, trasformando persone comuni in protagonisti e portando in tv storie di vita autentiche, spesso emozionanti.

Altro simbolo del palinsesto Mediaset è Striscia la Notizia, la storica trasmissione di Antonio Ricci. In onda dal 1988, è un mix perfetto di satira, denuncia e comicità che, attraverso i suoi inviati, ha svelato scandali, truffe e ingiustizie, mantenendo sempre un tono leggero ma graffiante.

Poi ci sono Le Iene, il programma di Italia 1 che ha reso celebre un nuovo modo di fare giornalismo televisivo: diretto, ironico, spesso provocatorio. Servizi d’inchiesta, interviste scomode e sketch hanno contribuito a costruire un linguaggio unico, a metà tra reportage e intrattenimento.

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Una gag finita male – quotidianoitalia.it

Il fallimento della gag

Ma a volte, la linea tra ironia e tensione può diventare sottilissima. È ciò che accadde proprio a Le Iene nel 2015, quando un loro inviato con l’intento di realizzare una gag, si trovò al centro di un episodio finito quasi in rissa. Dopo le polemiche sul Mondiale di MotoGP di quell’anno, quando Marc Márquez fu accusato dai tifosi italiani di aver ostacolato Valentino Rossi, il programma decise di “premiare” ironicamente il pilota spagnolo con una finta coppa dal titolo sarcastico di “Miglior bimbominchia dell’anno”. Un riferimento diretto al soprannome che circolava allora sui social, dove il web italiano si era infiammato contro di lui.

L’inviato delle Iene si recò nel paese natale di Márquez, in Spagna, fingendo di organizzare una cerimonia ufficiale di consegna del premio. Ma la trovata non venne accolta con spirito sportivo: il fratello del pilota, vedendo la coppa, la spaccò davanti alle telecamere, scatenando la reazione del team e dei presenti. L’inviato e la troupe furono cacciati dal luogo, tra spintoni e momenti di tensione, mentre la “gag” si trasformava in un caso mediatico.