Deriva populista dei partiti storici
ROMA- A qualcuno sfugge il significato di populismo, che tutto è, tranne che un male. Il senso di populismo non è altro che pensarla diversamente dagli altri, cioè uscire dagli schemi usuali dettati, spesso, da poteri radicati che favoriscono interessi propri e non comuni.

ROMA- A qualcuno sfugge il significato di populismo, che tutto è, tranne che un male. Il senso di populismo non è altro che pensarla diversamente dagli altri, cioè uscire dagli schemi usuali dettati, spesso, da poteri radicati che favoriscono interessi propri e non comuni. In queste settimane stiamo ascoltando molti partiti storici che, ormai, sono diventati una vera e propria deriva populista, poiché attaccano chi la pensa diversamente da loro. Additare altri come populisti è una forma di mancanza di rispetto per le idee altrui, oltre ad essere anche una violazione della democrazia di pensiero: tutti la dovrebbero pensare come loro.
Ed ora che siamo alle porte di un’importante campagna elettorale sulla bocca di tutti i partiti storici echeggia la parola populismo. E pensare che i veri populisti sono proprio quei partiti che dal 1970 fino ai giorni nostri hanno reso la nazione vuota di tutto. Chi oggi la pensa diversamente da loro, sono additati come populisti, nemici della normalità, e fiancheggiatori di un cambiamento che ai partiti storici non fa piacere, perché l’interesse non ruota intorno ai partiti ma intorno ai cittadini.
La parola populismo può avere numerosi campi di applicazione ed è stata usata anche per indicare movimenti artistici e letterari, dove ha contraddistinto la tendenza a idealizzare il mondo popolare come detentore di valori positivi; ma il suo ambito principale rimane quello della politica. Ed è quello che sta succedendo in questo contesto. Si potrebbe dire che si sta usando più la demagogia da parte dei partiti storici. Demagogia significa degenerazione della democrazia, per la quale al normale dibattito politico si sostituisce una propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni economiche e sociali delle masse, allo scopo di mantenere o conquistare il potere. E oggi il termine giusto non è populismo ma, bensì, demagogia, per annientare chi presenta idee diverse per il miglioramento della democrazia. Un processo di cambiamento che non piace a chi da sempre gestisce il potere, e di cui non vuole lasciare le redini.