doardo Bennato: “L’isola che non c’è”
Estate 2020. Napoli. Quartiere Bagnoli. Sul terrazzo del suo condominio affacciato sul Golfo, il cantautore Edoardo Bennato si gode il panorama in compagnia della sua chitarra e dell’inseparabile fisarmonica, quando, ispirato, comincia a suonare un motivo, presto interrotto dall’arrrivo di uno degli…

Estate 2020. Napoli. Quartiere Bagnoli. Sul terrazzo del suo condominio affacciato sul Golfo, il cantautore Edoardo Bennato si gode il panorama in compagnia della sua chitarra e dell’inseparabile fisarmonica, quando, ispirato, comincia a suonare un motivo, presto interrotto dall’arrrivo di uno degli inquilini, salito per installare l’antenna parabolica. “Uhè, Vince’…e che ci fai quassu?…”, domanda Bennato incuriosito. “Edoa’…che,non lo vedi?…in casa ci stiamo attrezzando!…i bambini, uno di cinque e l’atro di sette, vogliono vedere i cartoni animati di un canale americano che guardano gli amichetti loro…così, stamattina, sono venuto a farmi un giretto fino a qua sopra…”, risponde l’uomo, un giovane impiegato delle Poste. “Ah, sono precoci!…Già la televisione,eh?…”, chiede stupito il cantautore. “La televisione?…quelli, i miei figli, già navigano in Internet!…altro che televisione!…E infatti, là guardano i cartoni…poi,il televisiore con la parabola è un di più…serve quando la connessione del wi-fi rallenta…e se no come fanno senza cartoni animati?, quelli si straniscono!…”, constata il giovane padre. “Cose da pazzi!, così piccoli e già tanto “tecnologioci”?…E pensare che noi alla loro età giocavamo a calcio con una palla di pezza o a campana con i gessetti comprati in cartoleria…”, rievoca Bennato, continuando, “Il bello è che ormai la Rete ha travolto tutti…piccoli, adolescenti, adulti, anziani…Tu pensa che l’atro giorno, a un seminario sulla canzone d’autore, un ragazzo, avrà avuto vent’anni, al massimo venticinque, un aspirante musicista, chitarrista per la precisione, mi ha detto che lui , da sempre refrattario a iscriversi a un social network, ha dovuto farlo pur di farsi ascoltare…e vuoi sapere quale spiegazione adduceva?: che, oggi, tutto ciò che non è in Rete, non esiste…quindi, neppure la sua musica, se non si ascolta sui canali internet!…Cose da pazzi, eh?…”. “Eh, Edoa’…che ci vuoi fare?…tempi moderni, ci dobbiamo adeguare…Poi, con questa pandemia, Internet è diventato l’unico mezzo per fare tutto: lavorare, studiare, divertirsi, persino mangiare!…”, constata con tono ironico, il giovane padre di famiglia. “Eh, no!…sai che c’è?”, lo interrompe Bennato, chiosando: “…Io, non mi voglio rassegnare…io,a distanza di quarant’anni, voglio ancora credere in un’altra “Isola che non c’è!”…Voglio ancora sperare che un ragazzo, per fare musica, suoni in un locale o che si faccia ascoltare in un teatro o all’angolo di una piazza…La musica è contatto, empatia, trasmissione istantanea di emizioni… è un dare e avere con un pubblico che ti ascolta, che canta insieme con te, che gioisce , si diverte o si commuove insieme con te che suoni…e questo, nessun collegamento da remoto, nessuna videochiamata, diretta social o click potrà mai sostituirlo!…”.
“La musica è diventata un baraccone dorato, dove il pubblico non decide cosa è brutto e cosa è bello, ma viene indottrinato attraverso i Media. Invidio il ragazzino che rifiuta i contratti e scrive solo per se stesso, perché io ,invece , le mie canzoni voglio farle ascoltare agli altri: in fondo,cercavo il successo e lo cerco anche ora…”. Così, il cantautore e musicista Edoardo Bennato, nel corso di un’intervista a un quotidiano, rilasciata in occasione dell’uscita del suo nuovo album dal titolo “Non c’è”. Nato a Napoli il 23 luglio del 1946, da Carlo, impiegato all’Italsider e da Adele Zito, casalinga, cresce con i fratelli minori Eugenio e Giorgio, avvicinandosi sin da bambino alla musica, grazie alla madre, che lo invia a lezione da un maestro di fisarmonica. Appassionatosi al rock’n’roll al suo arrivo in Italia, grazie ai soldati americani di stanza in città, è influenzato da Paul Anka, Chuck Berry, Elvis Presley e Neil Sedaka, così come dallo swing in salsa partenopea di Renato Carosone, Aurelio Fierro e Peppino Di Capri. Quindi,nel 1958, formato con i fratelli il “Trio Bennato“, si esibisce in diversi locali cittadini e al dopolavoro dell’Italsider e nel 1959 partecipa per la prima volta a una trasmissione televisiva “Il nostro piccolo mondo”, di Zietta LIù. Nello stesso anno, partito con il Trio per una crociera in Sudamerica, prende parte al programma argentino “Lo show de las doces”. Poi, nel 1965, terminato il Liceo Artistico, gareggia al Festival di Castrocaro, senza riuscire però a qualificarsi per la finale, esperienza in seguito alla quale decide di trasferirsi a Milano per frequentare la facoltà di Architettura del Politecnico, ma anche per avvicinarsi al mondo della discografia. Così, conosciuto il direttore artistico Vincenzo Micocci della Dischi Ricordi , fondatore dell’etichetta romana Parade, firma con quest’ultimo un contratto per incidere il primo 45 giri “Era solo un sogno/ Le ombre“,scritto con Alessandro Portelli,musicologo e Professore di Letteratura Angloamericana presso l’Univeristà La Sapienza di Roma. Visto lo scarso successo ottenuto, rientra a Milano, dove , ripresi gli studi, si laurea e rincontra Herbet Pagani un cantautore, presentatogli dalla cantante Mia Martini durante il suo soggiorno nella Capitale ,il quale scrive per lui i testi di “Cin cin con gli occhiali“(1968), “Ahi le Hawai”(1969) e “Fuoco bianco”(1970). Raccolto un largo consenso, viene notato dai discografici della Numero Uno, fondata da Mogol e da Lucio Battisti, con cui, una volta scritturato, pubblica il 45 giri “Marylou/ La fine del mondo“, i cui testi sono scritti insieme con il fratello Eugenio e con Pagani. Nel decennio Settanta, passato nuovamente alla Ricordi, alterna la scrittura di brani per altri cantanti (dalla Fomula 3 a Bruno Lauzi) a quella di canzoni per sé, trascorrendo qualche mese a Londra, dove si esibisce in svariati locali, per poi, rientrato a Milano, incidere il primo LP “Non farti cadere le braccia“, contenente i brani: “Un giorno credi“, scritto con Patrizio Trampetti , componente de La Nuova Compagnia di Canto Popolare, e “Una settimana…Un giorno…”, presentati nelle trasmissioni radio e Tv “Alto gradimento” e “Per voi giovani“. Tuttavia, di fronte a un secondo inusccesso e alle scarse vendite, viene invitato dal direttore artistico della Dischi Ricordi a smettere di cantare per dedicarsi all’Architettura. Esortazione non ascoltata, visto che nel 1974 pubblica per la Ricordi il suo secondo disco, un “concept album” dal titolo “I buoni e i cattivi”, sul concetto di limite tra bene e male, contenete canzoni critiche nei confronti delle istituzioni e della classe dirigente dell’epoca. Entrato in classifica, e vendute numerose copie, nello stesso anno pubblica il 45 gira con i brani “Meno male che adesso non c’è Nerone” e “Parli di preghiere“, cui seguono , fra il 1976 e il 1977, “La torre di Babele“,disco dai testi impegnati con influenze musicali rock e blues, e “Burattino senza fili“, ispirato alla favola di “Pinocchio“. Poi, passati tre anni di silenzio, nel 1980 incide i dischi “Uffà! Uffà!” e “Sono solo canzonette” , quest’ultimo con canzoni legate alla favola di Peter Pan, come “L’isola che non c’è”. Raccolto un largo consenso, dunque, parte per una tournèe negli stadi e nei teatri d’Italia che riempie tutti fino all’esaurimento. Nel ventennio Ottanta-Novanta, affermatosi ormai tra i cantautori di maggior talento, pubblica ancora degli album, quali: “E invece no”, “E’ arivato un bastimento”, “Kaiwanna”, “Abbi dubbi” ed “Edo rinnegato”, in cui sperimenta nuove sonorità: dal raggae alla musica elettronica, e il 45 giri , inno ufficiale dei Mondiali di Calcio 1990, “Un’estate italiana“, cantanto in coppia con Gianna Nannini. In seguito, dopo l’esperimento di un disco in lingua napoletana “E’ asciuto pazzo ‘o padrone”, registra l’album “Il paese dei balocchi”e partecipa ad alcune manifestazioni canore come il Concerto del 1 maggio e il Festivalbar. Nel 1995,provato da un incidente stradale avvenuto a Scandiano, in Emilia, nel quale perde la vita la compagna, nonostante il terribile periodo, torna in vetta alle classifiche con il disco “Le ragazze fanno grandi sogni“,e parte per l’Irlanda dove si appassiona al genere rock folk, tra le sonorità presenti nell’album “Sbandato“, pubblicato nel 1998. Nel nuovo Millennio, invece, cambiata casa discografica e composte delle musiche per diverse pubblicità e film come “Il principe e il pirata” di Leonado Pieraccioni, incide il disco “La fantastica storia del Pifferaio Magico” e nel 2006, pubblica il singolo “Notte di mezza estate“, interpretato in coppia con Alex Britti. Ancora nel 2010/2011, incide l’album “Le vie del rock sono infinite“, contenente il brano, tra i più suonati dalle radio, “E’ lei“, e il singolo “La mia città” , dedicata a Napoli. Nel 2013, collaborato alla scrittura della commedia musicale “Pinocchio il paese dei baocchi“, registra i brani: “Al diavolo il grillo parlante” e “Io vorrei che per te” e il nuovo disco di impronta rock-blues “Pronti a salpare“. In questi stessi anni,di nuovo sui palcoscenici dei teatri italiani per diversi tour , incide il singolo “Ho fatto un selfie“, polemico nei confronti dell’universo Social. Presentato di recente ai Media il brano “Non c’è”, estratto dal disco omonimo, con otto nuove canzoni , tra cui: “La realtà non può essere questa”, scritta con il fratello Eugenio durante il lockdown, in questa occasione, ha detto: “Nell’album raccolgo le schizofenie, i paradossi e la confusione della realtà con ironia. Non si può fare altro che ironizzare davanti a questa Italia confusa e agitata, così come davanti a questo Pianeta agitato. Siamo sull’orlo del baratro e quando l’umanità si trova a questo punto, di solito, riceve una spinta a darsi da fare. Si spera che i componenti della famiglia umana trasformino sogni e utopie in realtà. Non possiamo più rassegnarci solo a immaginarla questa “Isola che non c’è”. Spero che questa pandemia ci aiuti a capire certi meccanismi che per indolenza, demagogia e superficialità ci rifiutiamo di capire”.