iguraccia di Ventura e Tavecchio: un mondiale senza l’Italia
ROMA- I primi a doversi dimettere sono Ventura e Tavecchio, unici responsabili di una disfatta che non avveniva da 60 anni. Ormai è alquanto chiaro che anche nel calcio c’è il sistema, ed è quel sistema che distrugge tutto quello che gli passa davanti.

ROMA- I primi a doversi dimettere sono Ventura e Tavecchio, unici responsabili di una disfatta che non avveniva da 60 anni. Ormai è alquanto chiaro che anche nel calcio c’è il sistema, ed è quel sistema che distrugge tutto quello che gli passa davanti. Il sistema sta distruggendo la nazione e la nazionale di calcio è la prova evidente che rovina tutto.
Ventura non doveva esserci sulla panchina della nazionale, eppure è stato messo lì come il messia, oltretutto gli era anche stato rinnovato il contratto, cosa alquanto assurda, visto che, la squadra già rischiava di non andare al mondiale. Ieri sera la disfatta definitiva, e nel prossimo mondiale di calcio la nazionale italiana non ci sarà.
La squadra era stata messa male in campo. Il signor Ventura non aveva mai convocato Jiorginho, eppure ieri sera è stato il migliore in campo. De Rossi viene chiamato per il riscaldamento e si rifiuta, poiché indica all’allenatore di far entrare Insigne, perché c’era da vincere la partita. In questi atteggiamenti c’è la totale incapacità di Ventura di gestire lo spogliatoio. Come c’è l’incapacità tecnica di mettere i giocatori in campo, e fare le scelte giuste per avere a sua disposizione gli uomini giusti. Non ci sono altre spiegazioni.
Negli ultimi minuti di gara Ventura ha dimostrato in toto le sue carenze tecniche. Ha perso la bussola e non ha saputo gestire più nulla fino a portare la squadra alla disfatta totale. Della serata di ieri rimangono le lacrime di un grande campione come Gigi Buffon, unico che non ha smesso mai di crederci. Con le lacrime di Gigi finisce un’era. Ora bisogna ricostruire dando tutto in mano ad un grande allenatore, che possa portarci agli europei e poi al prossimo mondiale, con una squadra capace di farci ritornare a sognare.
di Daniela Errico