olco Quilici: “Il mare dentro”
Estate 1953. Madagascar, isola al largo della costa meridionale dell’Africa, lambita dalle acque dell’Oceano Indiano. Il documentarista e scrittore Folco Quilici, sta navigando a bordo di una canoa , accompagnato da una guida locale di lingua italo-francese,per raggiungere la barriera corallina, int…

Estate 1953. Madagascar, isola al largo della costa meridionale dell’Africa, lambita dalle acque dell’Oceano Indiano. Il documentarista e scrittore Folco Quilici, sta navigando a bordo di una canoa , accompagnato da una guida locale di lingua italo-francese,per raggiungere la barriera corallina, intenzionato a compiere un’immersione al fine di effettuare alcune riprese sottomarine, utili alla realizzazione di un lungometraggio. “E’ sicuro, signor Quilici, di aver controllato che le sue bombole di ossigeno siano cariche?…”, domanda l’esperto cicerone all’ esploratore intraprendente ; “Certo!…piuttosto, mi dica : quante specie di pesci popolano questo tratto di barriera?…” , l’ incalza Qulici , interressato. “Oh, vedrà, vedrà quante ce ne sono…ma non voglio anticiparle nulla…”, risponde la guida, continuando : “Lei, è fortunato, sa?…in questo periodo, qui, è pieno di balene!…Senta, prima di immergersi con la sua telecamera, potrebbe togliermi una curiosità?…Perché le interessa così tanto l’oceano?…sì, insomma, ci sono cose più interessanti sulla terraferma, non crede?…gli uomini, il loro lavoro, quello che essi costruiscono…”. “Eh, cara la mia guida, ciò che dice , in parte, è vero!…” , concorda sornione il documentarista, chiosando : “Ma , vede, quello che c’è in superficie è visibile…tutti possono vederlo, intendo!…mentre ciò che sta sotto, in fondo al mare e agli oceani , è nascosto agli occhi dei più…Quanti, infatti, possono spingersi sin qui, in Africa e scendere a tali profondità?…Io vorrei essere i loro occhi!…E poi, devo proprio confessarglielo, mi piace l’idea che esista un altro “mondo” in cui trovare asilo per qualche ora… l’ abisso marino , insomma, per dimenticare il mio inconscio, il mio “mare dentro”….”.
“Tutta la vita ho viaggiato per dimenticare il mio inconscio. Certo, non è la stessa cosa immergersi in una vasca da bagno e in un mare infestato dagli squali. Se l’ho fatto è stato esclusivamente per dare un’emozione a chi quelle cose le ha sempre sognate senza averle mai viste. Parlo degli anni Cinquanta e Sessanta. Oggi ci interessa meno il meraviglioso , l’inedito, l’irraggiungibile. Pretendiamo però di salvare il pianeta. Comodamente seduti in poltrona!” . Così aveva dichiarato ,qualche anno fa, nel corso di un’intervista rilasciata a “La Repubblica”, il documentarista,divulgatore e scrittore Folco Quilici. Nato a Ferrara il 9 aprile del 1930, da Nello , giornalista e da Emma Buzzacchi, pittrice, sin dall’adolescenza mostrò un vivo interesse per l’attività cineamatoriale, intraprendendo studi di regia presso il Centro sperimentale di cinematografia. Specializzatosi in riprese sottomarine, verso la metà degli anni Cinquanta, realizzò lungometraggi dedicati al rapporto tra l’uomo e il mare, dalla meritata eco internazionale (“Sesto Continente”, premiato alla Mostra del Cinema di Venezia del 1954 e“Ultimo Paradiso”, Orso d’Argento al Festival di Berlino del 1956). Nel 1965, reduce dall’attribuzione del premio Unesco per la Cultura, grazie al documentario “Tikoyo e il suo pescecane”, fu incaricato dai dirigenti della Esso, colosso dell’industria petrolifera mondiale, di realizzare una serie di film sull’Italia, ripresa dalla prospettiva aerea di un elicottero. Inoltre, parallelamente alla lavorazione dei lungometraggi del ciclo “L’Italia vista dal cielo”, (quattordici furono i documentari girati tra il 1966 e il 1978, con il pregevole commento di letterati e storici dell’arte come Leonardo Sciascia, Italo Calvino, Ignazio Silone, Mario Soldati, Mario Praz, Giovanni Comisso, Cesare Brandi, Guido Piovene e Michele Prisco), il “pioniere della divulgazione” intraprese diversi progetti cinematografici , concretizzatisi in film pluripremiati (“Oceano”, tributato di un riconoscimento ufficiale al Festival di Taormina del 1971 e di un David di Donatello nel 1972 e “Fratello mare”, vincitore del Festival Internazionale del Cinema marino di Cartagena). Produttore di “Firenze 1000 giorni”, docu-film sull’alluvione del 1967, candidato a un Oscar per “Toscana”, uno dei documentari della serie “L’Italia dal cielo”, nel 1976 , persuaso dal produttore Dino De Laurentiis , collaborò alla realizzazione del lungometraggio di Michael Anderson e Luciano Vincenzoni, “L’orca assassina”. Autore di documentari per la televisione (“Djerid, tre volti del deserto”, “Argentina”, “Alla scoperta dell’Africa”, “Alla scoperta dell’India”, “Islam”, “L’Alba dell’Uomo”, vincitore , quest’ultimo, del premio Nazionale della Critica Televisiva, “Mediterraneo”e “I Mari dell’uomo”, “L’uomo europeo”) nel decennio Ottanta, si avvalse del supporto dello storico Fernand Braudel, dell’antropologo Claude Lévi-Strauss e degli archeologi Sabatino Moscati e George Vallet, per dar vita ai documentari di archeologia subacquea “Mare Museo”, “Fenici sulle rotte di porpora” e “I Greci d’Occidente”. Ideatore e curatore di “Geo” , rubrica dedicata ai viaggi, alla natura e all’approfondimento culturale, in onda sul terzo canale della Rai, conduttore per il canale MarcoPolo de “Il Milione”, diario di esplorazioni e avveture, fu attivo anche nel ventennio Novanta/Duemila, dirigendo i sessantacinque film del ciclo “L’Italia del XX secolo”, realizzati in collaborazione con gli storici De Felice, Castronovo e Scoppola e i lungometraggi “Kolossal”, “Il mondo di Pinocchio”, “L’Impero di marmo”(premio Cinema Agon 2006) , “L’ultimo volo”(Premio Acqui Storia 2010) e “Lazio-Paesaggio e Storia”(Premio Bellezze d’Italia 2012). Direttore de “La Grande Enciclopedia del Mare”, scrittore di opere di saggistica ( “Mala Kebìr”, “Sesto Continente”, “I grandi deserti”, “Le frontiere di Allah”, “L’Uomo Europeo”, “India”, “La mia Africa”, “Le Americhe”, “Il mio Mar Rosso”, “I Miei Mari”) , biografie( “Amundsen”, “Jack London”) , romanzi (“Cacciatori di Navi”, “Cielo verde”, “Naufraghi”, “Alta profondità”, “L’Abisso di Hatutu”, “Mare Rosso”, “I Serpenti di Melqart”, “La Fenice del Bajkal”, “Libeccio”, “La Dogana del Vento”) e libri per ragazzi ( “Storie del Mare” e “Amico Oceano”), fu docente universitario e giornalista, occupandosi di temi naturalistici per le riviste Life, Epoca, Panorama, Europeo , Mondo Sommerso e per i quotidiani La Stampa, Il Corriere della Sera e Il Messaggero. Presidente dell’Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare, fondatore dell’Historical Diving Society e dell’associazione ambientalistica Marevivo, si cimentò anche nella fotografia, costituendo un archivio di oltre un milione d’ immagini a colori e in bianco e nero, oggi conservate presso l’Archivio Alinari. Insignito della Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte, colpito improvvisamente da ictus, si è spento il 24 febbario scorso , all’età di ottantasette anni, all’Ospedale di Orvieto, nella cui provincia viveva da tempo. Salutato dai familiari (la moglie Anna e il figlio Brando) e dagli amici durante una cerimonia privata , è stato omaggiato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo messaggio di cordoglio lo ha definito: “”Un intellettuale moderno”, il cui contributo ha rappresentato un passo decisivo nella crescita di un’educazione e di una cultura ambientaliste” e ricordato dalla presidente del WWF, Donatella Bianchi, come : “Un grande maestro , il più grande testimone e narratore del mare del nostro tempo, il faro che continuerà a illuminare il nostro racconto” .