ranco Zaffirelli: “La bellezza salverà il mondo”
Primavera 1949. Firenze. Nel Giardino di Boboli, fervono i preparativi per la prima dello spettacolo Troilo e Cressida di William Shakespeare, diretto da Luchino Visconti e allestito in occasione del Maggio Musicale Fiorentino.

Primavera 1949. Firenze. Nel Giardino di Boboli, fervono i preparativi per la prima dello spettacolo “Troilo e Cressida” di William Shakespeare, diretto da Luchino Visconti e allestito in occasione del Maggio Musicale Fiorentino. Il regista, seguìto da Franco Zeffirelli, giovane scenografo e costumista agli esordi, controlla che tutto sia stato disposto seccondo le sue indicazioni. “Bravo Zeffirelli , hai fatto un ottimo lavoro!…una ricostruzione della città di Troia e del campo acheo così perfetta farebbe impallidire Omero!…” , si complimenta Visconti. “Grazie, Maestro!…in verità, non è proprio tutto perfetto…manca qualcosa!…” , si schermisce, Zeffirelli, continuando: “I ventotto cavalli che ha chiesto!…ecco…non sono ancora arrivati!…e ho appena finito di parlare con il signor Baiocchi, il propietario del maneggio che avrebbe dovuto portarli…dice che non si fida e che i puledri non arriveranno finché non ricevrà il bonifico!…” . “Ma quest’individuo, come si permette ?…un bonifico, che volgarità!…per chi ci ha preso , per dilettanti ?…Adesso lo chiamo e mettiamo subito in chiaro le cose!…” , avverte il regista. “Aspetti , Maestro!…io conosco un allevatore , poco distante da Fiesole…è un amico, lui potrebbe inviarli subito!…che faccio , lo contatto?” , chiede il giovane scenografo ; “Cosa indugi , chiama!…Bravo, bravo il mio Zeffirelli!…sei all’inizio, ma hai già capito!…”, constata il regista, aggiungendo : “La cura dei particolari non dev’essere mai lasciata al caso!…è il dettaglio a fare la differenza , ricorda!…Non dar retta a quei critici che ti accuseranno di manierismo e ti etichetteranno come “patetico” od “oleografico”…La perfezione è bellezza…e “La bellezza”, diceva Dostoevskij, “Salverà il mondo!…”.
“Tutte le carte , gli appunti e i bozzetti che riguardano il mio lavoro fanno parte del mio archivio , che ho scelto di destinare a Firenze. Un modo per saldare un debito di riconoscenza con la città, che è una macchina di civiltà, di cultura, di tradizione e di conoscenza che Dio ha regalato al mondo” . Questa l’introduzione al messaggio scritto dal regista Franco Zeffirelli per la presentazione del suo museo-scuola “Centro delle Arti dello Spettacolo”, tenutasi il 6 luglio scorso, presso la sede fiorentina della stampa estera. Nato a Firenze, il 12 febbraio del 1923, da Ottorino Corsi, commerciante di stoffe originario di Vinci (Fi) e dalla fiorentina Adele Garosi Cipriani, Gian Franco Corsi Zeffirelli, questo il nome completo del regista , trascorre un’infanzia difficile a causa del mancato riconoscimento del padre, avvenuto solo in età adulta e in seguito alla scomparsa della madre. Formatosi presso il collegio del convento di San Marco, dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti, esordisce come scenografo allestendo nel secondo dopoguerra “Troilo e Cressida”, tragedia di William Sheakespeare , diretta da Luchino Visconti. Divenuto aiuto regista dello stesso Visconti , di Francesco Rosi e di Antonio Pietrangeli e ,successivamente regista, fra gli anni Cinquanta e Settanta alterna alle regie cinematografiche ( “Camping”, “La bisbetica domata”, “Romeo e Giulietta”, “Fratello sole, sorella luna”, “Gesù di Nazareth” e “Il campione”) quelle teatrali di opere buffe e melodrammi quali : “La Cenerentola” di Giocchino Rossini, “L’elisir d’amore” , “Lucia di Lammermoor” e “La Fille du regiment” di Gaetano Donizetti, “Cavalleria rusticana”, “Aida”, “La Traviata”, “Falstaff”, “Otello” e “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi , “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, “La bohème” e “Tosca” di Giacomo Puccini, “Don Giovanni” di Wolfgang Amadeus Mozart e “Carmen” di Georges Bizet. Curata la messa in scena di drammi come “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello e di opere quali “Il barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini , “Turandot” e “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini , tra la fine degli anni Ottanta e il 2000 dirige per il grande schermo i film: “Il grande Toscanini“, biografia del celebre direttore d’orchestra, “Storia di una capinera”, tratto dall’ omonimo romanzo epistolare di Giovanni Verga , “Jane Eyre” , adattamento del romanzo di Charlotte Bronte , “Un tè con Mussoilini” e “Callas Forever”, ispirato , quest’ultimo alla vita della cantante lirica, sua grande amica . Nominato dalla Regina Elisabetta II “Cavaliere Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico” e dal Presidente Giovanni Leone “Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana”, ottiene riconoscimenti sia come regista che come scenografo( David di Donatello, Nastro d’Argento ed Emmy Awards). Dedicatosi per un periodo alla politica come membro di varie commissioni parlamentari, nel 2009 realizza l’ultima pellicola prima del ritiro dalle scene : “Omaggio a Roma”, per il quale si aggiudica il premio Colosseo. Sebbene ormai lontano dalle scene , non cessa tuttavia di dare il suo contributo alla cultura italiana , promuovendo iniziative come la nascita del “Centro della Arti e dello Spettacolo Franco Zeffirelli”, un museo-scuola delle Arti destinato soprattutto ai giovanissimi , che , come ha dichiarato il figlio adottivo, Pippo,“Potranno avere a disposizione un grande patrimonio quale fonte d’ispirazione” . “Il Maestro” , intanto , compiuti novantaquattro anni , dalla sua villa romana , sull’Appia Antica, fa sapere che : Il pensiero ricorrente , a una certa età, è che il passato non torna. Ma non mi intristisco perché ho avuto una vita piena, nonostante sia partita in salita…Quante cose ho fatto. Mi stupisco guardando indietro. Anche se c’è un progetto che resta nel cassetto : è la sceneggaitura per un film sull’inferno di Dante. L’ho progettato nel 1962, ma non l’ho mai realizzato…Magari, chissà…Dobbiamo sperare. Solo quello. Affidarci e sperare . La fede è un dono, ne sono certo. L’ho avuto e devo tenerlo stretto” .