Il modello nord ha fallito. Si riapre con i cittadini ancora in pericolo
In questo giro il modello nord ha fallito. Va riconosciuto che è stato colpito da uno tsunami improvviso, che non gli ha fatto capire cosa stesse succedendo, ma è altrettanto vero che non ha saputo intervenire nel momento in cui si è capito che la situazione era di grande pericolo.

In questo giro il modello nord ha fallito. Va riconosciuto che è stato colpito da uno tsunami improvviso, che non gli ha fatto capire cosa stesse succedendo, ma è altrettanto vero che non ha saputo intervenire nel momento in cui si è capito che la situazione era di grande pericolo. Dei più 27mila decessi la stragrande maggioranza stanno tutti nelle regioni del nord. La Lombardia è stata la più penalizzata con 13.679 morti, solo nella giornata di ieri, 29 aprile, ci sono stati +104 decessi nelle ultime 24 ore. Non sono numeri, sono persone che hanno perso la vita. Sempre nella giornata di ieri ci sono stati 786 positivi nelle ultime 24 ore in tutta la Lombardia a fronte di 14.472 tamponi, per un totale di contagi che è arrivato a 75.134. A Milano città si sono invece registrati 86 nuovi positivi, che portano il conto a 19.121 totali. Questi numeri, a distanza di quasi due mesi dalla quarantena, sono la dimostrazione che qualcosa non ha funzionato. Non è solo la Lombardia, anche il Piemonte e l’Emilia Romagna non se la passano bene, quindi è l’intero modello del Nord che non ha funzionato. È vero che i numeri sono in calo, ma è anche vero che è un calo con il contagocce non fa sperare a un’uscita a breve, nemmeno a giugno come dicono gli esperti.
Il nodo è il 4 maggio, quando quattro milioni di persone si rimetteranno in movimento, e la stragrande maggioranza si muoverà proprio al nord. Cosa succederà? Un interrogativo che fa veramente paura. Finora l’errore è stato tollerato, perché si aveva davanti un nemico sconosciuto, ma dal 4 maggio ogni errore si paga a caro prezzo, poiché il nemico si conosce abbastanza bene. Aprire con forza il nord è una scelleratezza politica senza precedenti, significa mettere a rischio la vita dei cittadini più di quanto già lo è. Non è il momento, il nord deve rimanere chiuso perlomeno fino alla fine di maggio. Non è una posizione contro il Nord, anzi, è la difesa dei cittadini settentrionali che non possono continuare a rischiare e pagare con la vita le scelte sbagliate della politica.