Imprese italiane senza liquidità per affrontare le spese
La crisi economica si fa sentire nella parte produttiva del paese, che si trascina dietro inevitabilmente le famiglie. Ciò comporta una rallentamento della produzione e dei consumi interni.

La crisi economica si fa sentire nella parte produttiva del paese, che si trascina dietro inevitabilmente le famiglie. Ciò comporta una rallentamento della produzione e dei consumi interni.
Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19” è il titolo della rilevazione condotta dall’Istat tra l’8 e il 29 maggio 2020, con l’obiettivo di raccogliere valutazioni direttamente dalle imprese in merito agli effetti dell’emergenza sanitaria e della crisi economica sulla loro attività. In questo Report vengono presentati i primi risultati, i quali forniscono tempestivamente a cittadini, operatori economici e decisori pubblici evidenze statistiche di elevata qualità su come le nostre imprese stanno vivendo questa difficile fase della storia del Paese, con particolare riferimento all’impatto economico, finanziario e sull’occupazione.
Nella fase 1 dell’emergenza sanitaria (tra il 9 marzo e il 4 maggio) il 45,0% delle imprese con 3 e più addetti (458 mila, che assorbono il 27,5% degli addetti e realizzano il 18,0% del fatturato) ha sospeso l’attività. Per il 38,3% (390 mila imprese) la decisione è stata presa a seguito del decreto del Governo mentre il 6,7% (68 mila) lo ha fatto di propria iniziativa.
Oltre la metà delle imprese (37,8% di occupati) prevede una mancanza di liquidità per far fronte alle spese che si presenteranno fino alla fine del 2020.
Il 38,0% (con il 27,1% di occupati) segnala rischi operativi e di sostenibilità della propria attività e il 42,8% ha richiesto il sostegno per liquidità e credito (DL 18/2020 e DL 23/2020).
Riorganizzazione di spazi e processi (23,2% delle imprese) e modifica o ampliamento dei metodi di fornitura dei prodotti/servizi (13,6%) le principali opzioni adottate per far fronte alla crisi.
A livello settoriale, sono soprattutto le imprese delle costruzioni e dei servizi ad aver sospeso l’attività: rispettivamente il 58,9% e il 53,3% rispetto al 36,0% dell’industria in senso stretto e al 30,3% del commercio.
Oltre il 70% delle imprese (che rappresentano il 73,7% dell’occupazione) dichiara una riduzione del fatturato nel bimestre marzo-aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019: nel 41,4% dei casi il fatturato si è più che dimezzato, nel 27,1% si è ridotto tra il 10% e il 50% e nel 3% dei casi meno del 10%; nell’8,9% delle imprese il valore del fatturato è invece rimasto stabile.