Lele Mora: “Mi pento di certe cose che ho fatto”In evidenza

Se potesse, Lele Mora cancellerebbe alcune cose fatte nel passato. Quel Lele Mora non esiste più. O forse non è mai esistito. Lele Mora si confessa e ripercorre la sua vita dal giorno in cui è stato arrestato: “Era il 20 giugno del 2011 e ho scoperto dal sottopancia di un telegiornale che ero stato arrestato. Poi sono arrivati i finanzieri a prendermi e ho capito che era tutto vero. Mi è crollato il mondo addosso. Ho pagato la sovraesposizione. Mi sono messo troppo in mostro e ho attirato tante invidie. Io sono sempre stato pulito, generoso, perbene. Vita della Costa Smeralda? Era divertimento, era lavoro. Ho sempre lavorato ance in vacanza. In quel periodo ero il manager più richiesto, andava un certo tipo di tv, e io confezionavo personaggi. Sicuramente ho imbarcato anche tanta gente che non meritava, che non aveva talento. Perché per fare l’artista ci vuole arte. Ma ho sempre cercato di far lavorare tutti. Spesso senza guadagnarci nulla. Avevo tanti amici famosi e importanti che sono spariti, tanti personaggi che ho aiutato a crescere professionalmente e che non mi hanno teso la mano. Ma non porto rancore. Una cosa però l’ho imparata: adesso so riconoscere gli amici veri. E prima di far entrare qualcuno a casa mia ci penso dieci volte. Signorini ed Emilio Fede? Alfonso non mi ha scritto neanche un bigliettino quando ero in carcere ma recentemente mi ha fatto le sue scuse e le ho accettate. Non è facile ammettere di aver sbagliato. Magari era un periodo particolare della sua vita. Fede, invece, ha approfittato di me. Della mia buona fede. Simona Ventura? Abbiamo lavorato insieme per 14 anni. Ci sono state delle incomprensioni, lei pensava che in un momento particolare io dessi delle indicazioni a Corona sulla sua vita privata. Mi chiese di scegliere: o lei o Fabrizio. Adesso ci siamo chiariti, mi ha mandato una bellissima lettera, dei fiori favolosi. È maturata molto, è bellissima, raggiante. Ha trovato l’amore, credo che sia l’uomo giusto, e ha deciso di mettere da parte anche un po’ il lavoro, come è giusto che sia”.